Tutto il mondo musulmano si deve unire per eliminare il “cancro” chiamato Israele. A lanciare l’accorato appello è stato ieri il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Obeida.
«Invitiamo la nazione araba e islamica a mettere da una parte le divisioni interne e a unirsi per eliminare una volta per tutte il cancro chiamato Israele» ha detto Abu Obeida in un comunicato nel quale le Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, ringraziavano l’Iran per aver organizzato come ogni anno la giornata di Al-Quds.
All’appello si è unito anche il portavoce ufficiale di Hamas, Sami Abu Zuhri, il quale oltre a ribadire la necessità per i musulmani di tutto il mondo di sostenere la causa palestinese ha ribadito l’esigenza che il mondo arabo e musulmano sia unito nella “missione” di distruggere Israele. Sami Abu Zuhri ha invitato il Presidente della Autorità Palestinese, Abu Mazen, ha non espellere i terroristi di Hamas dalla Cisgiordania chiedendo invece di dare «pieno appoggio alla Jihad». Il portavoce di Hamas ha anche ammonito Israele nel caso lo Stato Ebraico intendesse attaccare la Striscia di Gaza affermando che «l’occupazione (Israele n.d.r.) deve riflettere attentamente prima di dare il via a una guerra contro Hamas perché le regole del gioco non saranno le stesse di prima», come se Hamas rispettasse le regole del gioco che certamente non prevedono l’impiego di civili come scudi umani.
Agli appelli di Hamas per la distruzione di Israele fanno eco le minacce che arrivano ancora una volta dall’Iran. Durante le manifestazioni tenutesi a Teheran i Pasdaran iraniani hanno mostrato due tipi di missile che secondo loro «potrebbero aiutare la nazione islamica a distruggere il “cancro” israeliano». Si tratta di missili Ghadr (2.000 Km di gittata), Zolfaghar (700 Km di gittata) e Shahab-3 (1.280 Km di gittata). Il Presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha definito Israele «la madre di tutto il terrorismo» affermando che «nel 20esimo secolo il mondo islamico non dovrebbe permettere l’esistenza di un pericolo così grande per la nazione musulmana». Ali Larijani ha poi ricordato ai paesi arabi «la loro responsabilità nel difendere la causa palestinese» invitandoli a mettere via le divisioni e a unirsi in una «grande Jihad per estirpare il cancro israeliano».
A seguito di queste palesi e inequivocabili minacce a Israele ci piacerebbe sentire una reazione da parte delle istituzioni mondiali, a partire dalle Nazioni Unite fino all’Unione Europea. Invece sembra che come sempre tutti se ne staranno zitti. Se, a parti invertite, fosse stato Israele a minacciare l’estinzione di un Paese qualsiasi a quest’ora ci sarebbero state reazioni da ogni parte del mondo. Invece, siccome a essere minacciato di estinzione è Israele, tutti fanno finta di nulla. Da notare come nelle ultime settimane gli appelli all’unione del mondo musulmano per la distruzione di Israele si siano moltiplicati a dimostrazione che tutto l’islam considera la democrazia israeliana una minaccia e un nemico da distruggere con ogni mezzo.