Mentre in Uganda si avvicinano le elezioni parlamentari e presidenziali previste per il prossimo 18 febbraio, aumentano come sempre le pressioni, le intimidazioni e gli arresti ai danni dei giornalisti che manifestano opposizione al Presidente Yoweri Museveni.
A riferirlo è un rapporto di Human Rights Watch oltre a diversi media ugandesi che pongono l’accento sulle violenze e le minacce di morte subite da diversi giornalisti, in particolare quelli che scrivono nelle lingue locali o che conducono programmi non in inglese.
Secondo il rapporto di HRW sarebbero decine i giornalisti sospesi per aver criticato il partito del Presidente Museveni. Diverse trasmissioni radio in lingua locale sarebbero state sospese e alcuni giornali ugandesi parlano anche di arresti ai danni di alcuni giornalisti, una notizia questa che però non trova conferme a livello locale.
Per ora l’unica cosa certa sono le fortissime intimidazioni ai danni dei giornalisti di opposizione che operano nelle zone rurali, quelle cioè che più sostengono il Presidente Museveni, mentre nelle maggiori città dove vi sono i media in lingua inglese questo fenomeno non viene registrato.
Secondo Maria Burnett, responsabile di HRW per l’Uganda che ha intervistato oltre 170 giornalisti ugandesi, l’atteggiamento del Governo di Kampala rende praticamente impossibile ai candidati della opposizione esprimere i loro pareri e farli conoscere alla popolazione con grave danno alla corsa elettorale che in questo modo risulta essere poco democratica e falsata.
Yoweri Museveni, che è presidente/dittatore dell’Uganda dal lontano 1986, non è nuovo a questi atteggiamenti. Negli ultimi anni la situazione della stampa in Uganda sembrava essere leggermente migliorata, ma queste nuove elezioni stanno riportando il Paese indietro di 20 anni.
Scritto da Claudia Colombo