Il massacro degli armeni da parte della Turchia va chiamato con il suo nome: genocidio. Punto, non ci sono altri termini per definirlo, non esiste un termine diverso o egualmente esplicativo.
Che il Segretario generale dell’Onu si rifiuti di chiamarlo con il suo nome e preferisca definirlo un “crimine atroce” ma non un genocidio dimostra come questo ometto non meriti nemmeno di lustrare le scarpe di Papa Francesco.
Povero Papa Francesco, è andato a stuzzicare il can che dorme, è andato a toccare la Turchia che ormai solo la Mogherini e i burocrati di Bruxelles definiscono una democrazia.
Intanto il vero califfato non lo sta facendo al-Baghdadi, lo sta costruendo Erdogan e lo sta facendo sotto gli occhi di tutti. Figuriamoci se i turchi possono sopportare che il capo della Chiesa Cattolica accusi la Turchia del genocidio degli armeni. Addirittura secondo i turchi le parole di Papa Francesco sarebbero una “calunnia”. Manca solo che lo denuncino alla Corte Penale Internazionale.
In tutto questo c’è però anche una nota comica. I turchi che si indignano perché accusati di genocidio per aver ucciso a sangue freddo un milione di armeni, non perdono occasione per accusare Israele di perpetrare un genocidio contro i palestinesi di Gaza, contro chi cioè ha lanciato migliaia di missili contro uno Stato democratico e usa i propri civili come scudi umani. Si vede che Erdogan ha un concetto tutto suo di genocidio.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Sharon Levi
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