UNIFIL, ovvero United Nations Interim Force in Lebanon, dovrebbe essere la forza militare di interposizione dell’Onu nel Libano Meridionale e dovrebbe controllare la piena applicazione della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite prodotta a seguito del cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah che mise fine al conflitto del 2006.
Perché usiamo il condizionale nel definire i compiti affidati a UNIFIL? Semplice, perché tra i punti principali della sua missione ce n’erano due particolarmente importanti definiti proprio dalla risoluzione 1701 che UNIFIL non solo non ha fatto rispettare ma che ha contribuito a violare, quello che riguarda il contrasto al riarmo di Hezbollah e quello che riguarda la presenza di uomini armati non appartenenti all’esercito libanese a sud del fiume Litani, cioè oltre la cosiddetta “linea blu”.
In particolare per quanto riguarda il contrasto al riarmo di Hezbollah UNIFIL non solo ha fallito, ma con la sua presenza ha involontariamente protetto proprio quel riarmo dei terroristi libanesi che doveva impedire. Oggi gli Hezbollah hanno una potenza di fuoco dieci volte superiore a quella che avevano alla fine del conflitto del 2006 grazie al fatto che Israele non è potuto intervenire in Libano a causa della risoluzione 1701 e della presenza di UNIFIL, e questo è un dato di fatto certificato dagli stessi terroristi libanesi. In sostanza UNIFIL non è stato in grado di far rispettare le disposizioni contenute nella risoluzione 1701 e in particolare quelle che volevano il sud del Libano “esente da qualsiasi personale armato, armi e beni atti ad offendere” che non siano di proprietà dell’Onu o dello Stato libanese.
L’attuale mandato di UNIFIL non permette ai militari dell’Onu di controllare adeguatamente il territorio sotto la loro responsabilità e in particolare non permette loro di pretendere da Hezbollah la mappa dei depositi di armi, dei comandi militari e delle basi di lancio dei missili. Ogni volta che i militari di UNIFIL hanno cercato di accedere a uno di questi depositi o semplicemente di ispezionare un sito sospetto si sono trovati davanti gli uomini armati di Hezbollah che glielo hanno impedito. E’ successo decine di volte, tutte documentate da UNIFIL. Per questo proprio in questi giorni nei quali alle Nazioni Unite si discute il rinnovo del mandato a UNIFIL (in scadenza a fine agosto) l’ambasciatore di Israele all’Onu, Danny Danon, ha chiesto di rinnovare il mandato ma nel contempo di potenziarlo con l’autorizzazione ai militari di UNIFIL di ispezionare i siti sospetti, i sospetti depositi di armi e i comandi militari di Hezbollah nel sud del Libano. Una richiesta, quella israeliana, che però viene contrastata dal Libano che invece chiede la “conservazione del mandato a UNIFIL” nelle stesse forme adottate fino ad oggi, cioè quelle stesse forme che hanno permesso il riarmo di Hezbollah.
In tutta onestà, sebbene le richieste di Israele siano più che legittimate dalla minaccia che rappresenta Hezbollah e dal dato di fatto che UNIFIL ha fallito nella sua missione, non crediamo che l’Onu potenzierà il mandato di UNIFIL. Se lo facesse i suoi uomini nel sud del Libano sarebbero in pericolo. Poi quasi certamente ci sarebbe l’opposizione della Russia che in Siria è alleata degli Hezbollah libanesi.
Rassegnamoci quindi alla continuazione di questa inutile missione anche se a questo punto il problema è un altro. Visto che la tensione tra Israele e Iran (e quindi Hezbollah) cresce giorno dopo giorno, i militari di UNIFIL rischiano seriamente di trovarsi in mezzo al fuoco incrociato di israeliani e terroristi libanesi. E se c’è una cosa certa è che gli arabi sono maestri nel difendersi dietro a civili e forze di pace, quindi è scontato che proprio i militari di UNIFIL diventeranno uno scudo potentissimo per i terroristi di Hezbollah. E quando ci scapperà il morto sarà facilissimo incolpare Israele. Insomma, tutto come da copione.
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