Henrique Capriles continua a chiedere il riconteggio manuale dei voti delle ultime elezioni in Venezuela e lo fa rivolgendosi ai maggiori media internazionali dato che quelli venezuelani sono tutti in mano al regime e tutte le voci di opposizione sono state tacitate da Hugo Chavez.
Secondo una video-intervista rilasciata ieri a diversi media internazionali i dubbi di Capriles sono legati sia al conteggio elettronico dei voti, un sistema quello venezuelano che ha già mostrato in passato di poter essere bypassato, e sugli organi di controllo e in particolare sugli uomini che dovrebbero garantire un controllo costituzionale sul voto. Molti di essi (per non dire tutti) sono infatti appartenenti al partito di Nicolas Maduro e molti di loro sono stati addirittura nominati da Maduro stesso un giorno prima della elezioni.
Secondo una modifica della Costituzione approvata nel 1999 – è sempre Capriles che parla – il voto elettronico deve essere confermato dal conteggio manuale dei voti, cosa che in Venezuela non è accaduta né nelle penultime elezioni vinte da Hugo Chavez né sta avvenendo nelle ultime vinte da Nicolas Maduro.
Capriles ha poi condannato duramente gli ultimi scontri avvenuti in Venezuela condannando sia la violenza dei manifestanti (solo un malato di mente poteva dare alle fiamme un centro salute, ha detto Capriles) sia la durissima repressione del regime. Ha poi chiesto di nuovo che i voti vengano controllati manualmente e possibilmente sotto la supervisione di una entità internazionale.
E proprio dalle organizzazioni internazionali arrivano le prime critiche alle elezioni venezuelane. Secondo un rapporto ONU ci sarebbero stati massicci brogli a favore di Nicolas Maduro. Va detto però che il regime venezuelano ufficialmente non ha ammesso osservatori internazionali nei seggi e che quindi le notizie di brogli arrivano in maniera non ufficiale.
Rimangono quindi fortissimi i dubbi sulla legittimità della vittoria di Nicolas Capriles. Nel frattempo secondo un rapporto di World Bank la povertà in Venezuela è in fortissima crescita nonostante il regime venezuelano sia uno dei maggiori esportatori di petrolio al mondo. E’ il lascito di Hugo Chavez ai suoi successori.
Adrian Niscemi