Da oggi parte una operazione verità (a puntate perché la faccenda è lunga e complessa) su quello che si nasconde dietro al BDS, cioè Boycott, Divestment and Sanctions  Movement  che è esattamente quello che dice di essere, un movimento globale che mira deliberatamente a boicottare Israele in quanto tale adducendo pretesti solo all’apparenza umanitari quali i “diritti dei palestinesi”, la presunta “apartheid” da parte di Israele nei confronti dei palestinesi  ecc. ecc. ma che in realtà celano pochissimo (o nullo) interesse per i palestinesi e i loro Diritti mentre invece puntano direttamente all’annientamento di Israele.

La grande quantità di sigle riconducibili a entità palestinesi, per lo più inesistenti sul terreno, che si può leggere su loro sito e che farebbero parte del movimento BDS in realtà sono un enorme contenitore di Ong e di gruppi di interesse che guadagnano milioni da questa campagna e ai quali non interessa affatto né il futuro dei palestinesi né tantomeno i loro Diritti. Nella maggioranza dei casi si tratta di nomi inventati di sana pianta, contenitori vuoti che fanno capo a Ong, a multinazionale arabe, a gruppi di pressione anti-israeliani e persino all’ex emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani. Il loro vero obbiettivo non è salvaguardare gli interessi dei palestinesi, come dimostra la recente vicenda della SodaStream, ma quello di danneggiare Israele a prescindere.

Se infatti andiamo ad analizzare gli obbiettivi che si prefigge il movimento BDS sono quelli di boicottare le attività accademiche israeliane, gli studenti all’estero, le attività sportive e culturali, ecc. ecc. tutte cose che poco hanno a che fare con i Diritti dei palestinesi. A questo si aggiunge un boicottaggio ai prodotti israeliani di qualsiasi tipo e provenienza, di boicottare gli accordi internazionali di collaborazione tra aziende israeliane e straniere, ivi compresi gli accordi relativi a prodotti farmaceutici frutto della ricerca israeliana con tanto di tentativi di espropriazione dei copyrights, di boicottare gli accordi finanziari tra strutture bancarie, gli accordi di collaborazione nel campo della ricerca scientifica e quelli tra università.

Ora ci rimane francamente difficile capire cosa c’entri tutto questo con le sigle che dicono di far parte del movimento BDS come, solo per citarne un paio, l’unione dei dipendenti pubblici palestinesi o l’unione generale degli insegnati palestinesi, sigle di cui non c’è traccia se non nelle menti del movimento BDS. Ma il discorso delle decine di sigle fasulle e su chi ci sia veramente dietro a quelle sigle lo faremo in un secondo momento perché è lunghissimo e complesso e nasconde un vorticoso giro di denaro i cui beneficiari non sono certo in Palestina. Quello che invece ci interessa evidenziare in questo primo capitolo della nostra ricerca è come dietro alla sigla BDS si nasconda in realtà un movimento antisemita e nazista che non ha nulla a che vedere con i Diritti dei palestinesi o con la diatriba tra Israele e Palestina. Il loro obbiettivo, per altro molto chiaro, è quello di annichilire l’economia israeliana a prescindere da quello che sarà il futuro di una ipotetica Palestina. E questo vuol dire solo una cosa, che il vero obbiettivo del movimento BDS è la distruzione di Israele e non la salvaguardia dei palestinesi.

Quella che segue è la lista del cosiddetto “comitato nazionale palestinese” che fa parte del movimento BDS. Buona parte di quelle sigle sono (come dimostreremo più avanti) contenitori di entità straniere le quali traggono enormi benefici finanziari dal boicottaggio a Israele. All’interno di quei contenitori c’è di tutto, da ONG famose a sconosciute che vivono solo dei profitti del boicottaggio, da banche islamiche a compagnie straniere concorrenti di compagnie israeliane, persino governi stranieri dichiaratamente ostili a Israele.

[gss-content-box]

  • Council of National and Islamic Forces in Palestine
  • Palestinian NGO Network (PNGO)
  • Palestinian National Institute for NGOs
  • Global Palestine Right of Return Coalition
  • Palestinian Trade Union Coalition for BDS (PTUC-BDS)
  • Federation of Independent Trade Unions
  • General Union of Palestinian Workers
  • Palestinian General Federation of Trade Unions
  • General Union of Palestinian Women
  • Union of Palestinian Farmers
  • General Union of Palestinian Teachers
  • General Union of Palestinian Writers
  • Palestinian Federation of Unions of University Professors and Employees (PFUUPE)
  • Union of Professional Associations
  • General Union of Palestinian Peasants
  • Union of Public Employees in Palestine-Civil Sector
  • Grassroots Palestinian Anti-Apartheid Wall Campaign (Stop the Wall)
  • National Committee for Grassroots Resistance
  • Popular Struggle Coordination Committee (PSCC)
  • Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI)
  • National Committee to Commemorate the Nakba
  • Civic Coalition for the Defence of Palestinian Rights in Jerusalem
  • Coalition for Jerusalem
  • Union of Palestinian Charitable Organizations
  • Palestinian Economic Monitor
  • Union of Youth Activity Centers – Palestine Refugee Camps
  • Occupied Palestine and Syrian Golan Heights Initiative

[/gss-content-box]