Per convinzione personale non ho mai amato le giornate mondiali dedicate a qualcosa. Negli ultimi anni però ha fatto eccezione la giornata della memoria perché mi sono resa conto che mentre da giovanissima davo per scontato che era una cosa naturale ricordare l’olocausto, gli eventi degli ultimi anni mi hanno convinta che è in corso una deriva antisemita globale che rende necessario ricordare, soprattutto alle nuove generazione, cosa sia stato veramente l’olocausto.
Se c’è un anno in cui veramente la giornata della memoria acquista una valenza particolare è proprio il 2014, un anno che arriva al culmine di una campagna antisemita globale che non prende di mira solo lo Stato Ebraico di Israele ma che ha visto rispolverare tutti quei vecchi stereotipi che nel secolo scorso portarono il nazismo al potere.
Basta fare un giro sui maggiori social network per rendersi conto di quanto virulenta sia questa campana di odio verso l’ebreo. A volte è una campagna persino grottesca per gli argomenti che affronta, argomenti come quello della lobby ebraica che controllerebbe il mondo, i Protocolli dei Savi di Sion, ecc. ecc. Altre volte è invece “furbescamente grottesa”, cioè vede antisemiti di calibro, intellettuali e politici che usano la diffusa ignoranza e la necessità dell’uomo della strada di trovare un capro espiatorio a questa situazione mondiale, per promuovere l’antisemitismo più bieco finalizzato proprio all’odio verso l’ebreo. E’ la stessa identica strategia che usò Joseph Goebbels nel 1933 quando da Ministro della Propaganda nazista iniziò la campagna che portò all’olocausto e che avrebbe dovuto portare alla soluzione finale.
Spesso nella giornata della memoria ricordiamo solo il risultato di tale propaganda, cioè l’olocausto, dimenticando di ricordare come ci si arrivò e quali furono le mosse che portarono il mondo a chiudere gli occhi sullo sterminio ebraico. Invece sarebbe utile partire proprio dal preambolo dell’olocausto perché oggi si assiste alla stessa identica tecnica. Solo che tale tecnica è stata perfezionata è può giovarsi di un mezzo potentissimo come internet.
Non facciamo l’errore di sottovalutare questa gente attribuendo loro in maniera frettolosa l’etichetta di stupidi antisemiti o negazionisti. Questa è gente scaltra e spesso con una cultura superiore alla media che, è vero, si approfitta della grande massa di ignoranti che aderiscono alle loro idee, ma che ha un obbiettivo ben preciso da raggiungere che è quello di colpire la comunità ebraica. Sono senza dubbio antisemiti e negazionisti, ma non sono solo questo, sono anche e soprattutto criminali e delinquenti con un fine ben individuabile nel colpire e affondare l’unica comunità che nel corso dei secoli è rimasta compatta e che ancora oggi rimane un baluardo insormontabile contro ogni tipo di totalitarismo.
E se è vero, come è vero, che oggi gli ebrei possono contare su un’arma che il secolo scorso non avevano, cioè Israele, è altrettanto vero che proprio per quello che Israele rappresenta si trova sotto un attacco, mediatico e non, senza precedenti. Questi delinquenti sanno che colpendo Israele non colpiranno solo un baluardo contro ogni tipo di totalitarismo ma colpiranno anche le fondamenta dell’ebraismo mondiale e dello stesso sistema democratico.
Concludendo, per queste ragioni non sono mai stata così convinta come quest’anno della necessità della giornata della memoria, non solo per ricordare l’olocausto del secolo scorso ma per evitare quello degli anni duemila e per ricordare che i totalitarismi sono sempre in agguato e che nelle crisi economiche ci sguazzano. Nella giornata della memoria ricordiamo quindi i milioni di morti ma ricordiamo anche come ci si è arrivati a quell’enorme massacro perché la storia si sta ripetendo e c’è molta gente che sta lavorando alacremente per un nuovo olocausto ebraico.
Miriam Bolaffi