La Jihad palestinese decolla sui social media e in particolare su Facebook dove i gruppi di odio verso gli ebrei si stanno moltiplicando. Alcuni gruppi sono gestiti da palestinesi che organizzano manifestazioni e attentati, altri sono gestiti da loschi figuri non palestinesi che oltre a fomentare odio gioiscono ogni volta che un ebreo viene ucciso o ferito e incitano i palestinesi a compiere nuovi e più eclatanti attentati.

Uno dei messaggi più inquietanti visti apparire sulle bacheche d’odio su Facebook riguarda il consiglio di intridere i coltelli usati per colpire gli israeliani in una sostanza velenosa così che se non dovessero morire per i colpi inferti morirebbero per il veleno. Che dire poi delle immagini che incitano all’odio, ne girano a centinaia.

Ma la rete infinita di gruppi che incitano all’odio è impossibile da monitorare perché sta crescendo come un fungo velenoso anche ben al di fuori della Palestina. Solo in Italia gruppi e pagine che incitano i palestinesi a uccidere gli israeliani e alla Jihad palestinese sono centinaia, spesso gestiti da personaggi noti anche alle forze dell’ordine. E’ una vera esplosione di odio antisemita senza controllo che le autorità di controllo non possono più sottovalutare come non lo può fare Facebook. L’incitamento alla violenza in Italia è un reato, aggravato se ci si aggiunge la motivazione razziale.

Invitiamo pertanto le autorità italiane a vigilare con molta attenzione su questo fenomeno che potrebbe portare anche a violenze nei confronti di cittadini ebrei italiani o contro chi sostiene legittimamente Israele. In tutto il mondo vengono segnalati casi di aggressione verso chi è di religione ebraica e verso coloro che sostengono la causa di Israele (l’ultimo caso ieri sera a New York dove due studenti ebraici sono stati aggrediti proprio in quanto tali), cerchiamo almeno di controllare i social media e impedire che vengano usati per veicolare odio.

Redazione