Perché i pacivendoli non si interessano al Venezuela e a quello che succede nel paese sudamericano mentre sono in prima fila per difendere i terroristi palestinesi che fanno un finto sciopero della fame?

La rivolta in Venezuela mi ricorda moltissimo quella dei giovani iraniani che nel 2009 scesero in piazza per contestare la rielezione di Mahmud Ahmadinejad. Anche allora i pacivendoli non furono particolarmente vicini ai giovani iraniani che venivano massacrati nelle strade di Teheran dalle milizie della morte del regime iraniano. Anzi, se vogliamo dirla tutta i ragazzi iraniani furono letteralmente abbandonati a loro stessi, esattamente come accade oggi con il Venezuela.

Non ho accostato a caso i fatti avvenuti in Iran nel 2009 a quelli attuali in Venezuela. Le analogie tra i due regimi sono tante. Chavez e Ahmadinejad si definivano fratelli; il Venezuela è stato ed è tutt’ora una roccaforte di Hezbollah, i terroristi libanesi vicini a Teheran; Il vice presidente venezuelano, Tareck El Aissami, è un importante esponente di Hezbollah Venezuela; sia l’Iran che il Venezuela per reprimere le rivolte usano corpi paramilitari civili, i Basij in Iran i Colectivos in Venezuela, milizie che usano le stesse identiche tattiche come se fossero stati addestrati da una sola persona; tutti e due i regimi si dichiarano nemici di Israele e odiano gli ebrei tanto che Chavez fece in modo che la folta comunità ebraica in Venezuela si azzerasse.

Ecco, più che su altro inviterei chi legge a concentrarsi su questo ultimo punto per capire uno dei motivi principali per cui i pacivendoli non si interessano al Venezuela. Essere nemici di Israele e più in generale degli ebrei è un potentissimo salvacondotto sulle violazioni dei Diritti Umani. A chi è nemico dello Stato Ebraico viene perdonato qualsiasi crimine, qualsiasi repressione violenta, qualsiasi massacro. Era successo così per l’Iran di Ahmadinejad e succede ora per il Venezuela di Maduro. Contestare il regime venezuelano vorrebbe dire contestare la politica più cara ai pacivendoli e agli odiatori, vorrebbe dire contestare quel tipo di politica bolivariana che proprio pacivedoli e odiatori hanno fatto loro e che per anni hanno difeso a spada tratta nonostante il Venezuela stesse palesemente cadendo nel baratro. Contestare il regime venezuelano vuol dire soprattutto contestare un prezioso alleato dell’odio antisemita e questo un pacivendolo che si rispetti non lo può permettere.

Non vi meravigliate quindi nel vedere l’assordante silenzio del mondo pacivendolo di fronte a quanto sta avvenendo in Venezuela, per questo silenzio c’è una ragione precisa che non ha nulla a che vedere con il pacifismo, anzi, è l’esatto contrario.