Le autorità pro-separatiste della regione separatista moldava della Transnistria hanno chiesto pubblicamente a Mosca di intervenire e fornire “protezione” contro le “crescenti pressioni” del governo moldavo.
Mercoledì la notizia ha dominato i media statali russi, poco dopo che il congresso dei deputati della repubblica non riconosciuta ha approvato una risoluzione che di fatto invita il Cremlino a intraprendere un’altra occupazione di terra nella regione in nome della protezione dell’etnia russa.
Secondo una copia del documento condivisa dai media russi, i funzionari filorussi hanno fatto ppello al Parlamento di Mosca affinché “attui misure per proteggere la Transnistria di fronte alle crescenti pressioni della Moldavia”. La risoluzione rileva inoltre che “più di 220.000 cittadini russi vivono in Transnistria”.
“La situazione critica richiede un intervento internazionale urgente e massimamente attivo per prevenire l’escalation delle tensioni e impedire che la situazione si trasformi in una crisi”, si legge nel documento.
L’appello pubblico arriva dopo gli avvertimenti di un funzionario dell’opposizione secondo cui i filorussi in Transnistria avrebbero presto chiesto di diventare parte della Federazione Russa. Inoltre, arriva appena un giorno prima del discorso del Presidente russo Vladimir Putin all’Assemblea federale, dove alcuni hanno previsto che potrebbe annunciare nuove crociate geopolitiche.
Ma un portavoce del governo moldavo, Daniel Vodă, ha respinto i timori di una potenziale destabilizzazione nei commenti rilasciati mercoledì alla European Pravda, definendo la risoluzione nient’altro che una “manovra” del Cremlino e di alcuni funzionari pro-separatisti.
“Non vediamo il pericolo di una destabilizzazione”, ha dichiarato all’agenzia di stampa, sottolineando che le autorità stanno “monitorando [la situazione] molto da vicino”.
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