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Attacco ai siti anti-Wikileaks: piccoli hacker scatenati. Migliaia di download del software LOIC

11 Dicembre 2010 by redazione

Nelle ultime ore sono stati migliaia i download del software LOIC che teoricamente permette di attaccare con un attacco DDoS (Distributed Denial of Service ) i siti internet che si vogliono prendere di mira. Nel caso specifico il boom dei download è dovuto alla voglia di attaccare i siti internet che si sono distinti per essere “anti-Wikileaks” come per esempio il sito di PayPal, della Mastercard, delle Poste Svizzere ecc. ecc.

Ho usato deliberatamente il termine “teoricamente” perché in effetti il sistema di un attacco DDoS è un tantino più complesso del semplice installare un software sul proprio computer e lanciare un attacco. E’ vero che con un giusto coordinamento tutti coloro che hanno scaricato il software in teoria possono arrecare qualche danno momentaneo al sito web attaccato, ma è anche vero che un buon amministratore di server lo possa controbattere in poche ore.

La voglia di aiutare in qualche modo Wikileaks ha spinto oltre 40.000 persone in tutto il mondo a scaricare il software LOIC (che sta per Low Earth Ion Cannon) che può girare sia su Windows che su Linux e Mac. In sostanza una volta scaricato e installato il software sul proprio computer, l’utente si inserisce in una rete anonima coordinata da un gruppo di hacker che usa il nostro computer come se fosse appartenente ad una bootnet, cioè ad una enorme rete di computer che agiscono all’unisono. La bootnet è indispensabile per laciare un attacco DDoS degno di questo nome. Al momento il software gira su 33.000 computer di cui oltre l’80% è basato negli Stati Uniti e gira, per la maggior parte, su Windows. Qualche migliaio di PC agisce dalla Gran Bretagna, pochi (circa 3.000 in tutto) agiscono da Germania, Paesi Bassi, Canada, Francia, Spagna, Polonia, Russia e Australia. Non risultano al momento computer dall’Italia. La rete è coordinata dal gruppo “Anonymous” attraverso il canale IRC “#target”, una chatroom dove si discutono degli obbiettivi e dei target. Le istruzioni sull’uso del software vengono date invece sul canale IRC “#hacker”.

E chiaro che l’attacco che viene lanciato attraverso il software LOIC è più che altro un attacco dimostrativo. I veri attacchi vengono lanciati da hacker espertissimi attraverso altri software e attraverso bootnet formate da milioni di computer di ignari utenti che nemmeno sanno di partecipare al Distributed Denial of Service. Mi piace in questo caso parlare di hacker e non di Kracker come invece vengono chiamati solitamente gli hacker malvagi. Infatti ritengo più che giusto in questo caso difendere con tutti i mezzi necessari il sito di Wikileaks sottoposto al più grande attacco cybernetico, mediatico, finanziario  e materiale che la storia ricordi. Il tutto per aver diffuso la verità.

Archiviato in:Senza categoria Contrassegnato con: Anonymous, attacco hacker, bootnet, hacker, libertà di stampa, software loic, software per attacchi DDoS, Wikileaks

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