Il Ministero degli Esteri e il Consiglio di Sicurezza Nazionale hanno rilasciato giovedì sera una dichiarazione congiunta in cui si esortano tutti gli israeliani che si trovano all’estero a prestare particolare attenzione venerdì, citando l’appello del gruppo terroristico Hamas ai suoi sostenitori in tutto il mondo a partecipare a una “Giornata della rabbia”.
Di conseguenza, la dichiarazione avvertiva che probabilmente ci sarebbero state proteste in vari Paesi, che avrebbero potuto diventare violente, con israeliani ed ebrei potenzialmente presi di mira.
Agli israeliani all’estero è stato consigliato di “stare all’erta, di tenersi lontani da proteste e manifestazioni e, se possibile, di farsi aggiornare dalle forze di sicurezza locali su possibili proteste e incidenti di disordini nei dintorni”.
Hamas ha invitato a raduni di massa in Cisgiordania, a Gerusalemme e in tutto il mondo arabo e musulmano. Ha esortato i giovani palestinesi della Cisgiordania a “sollevarsi e uscire in folle ruggenti” e a scontrarsi con i coloni e i soldati della zona.
Ha anche detto agli arabi israeliani di radunarsi al complesso di Al-Aqsa a Gerusalemme, in cima al Monte del Tempio, per impedire agli ebrei di “profanarlo” e “costruirci sopra”.
Hamas ha anche lanciato un appello ai palestinesi della diaspora, così come “al popolo libero della nostra nazione araba e islamica in tutto il mondo”, affinché si riuniscano “nel punto più vicino a Gerusalemme” – un appello che ha lanciato sin dalla sua devastante invasione del sud di Israele, sabato scorso – per mostrare la loro solidarietà con il gruppo terroristico e fermare i presunti “piani israeliani per giudaizzare Gerusalemme e Al-Aqsa”.
Il conflitto è scoppiato dopo che i terroristi di Hamas hanno sfondato la barriera di confine di Gaza e si sono scatenati nel sud, massacrando circa 1.300 persone, la maggior parte civili, e portando a Gaza almeno 100 prigionieri.
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato che 1.300 persone nell’enclave palestinese sono state uccise dai colpi di rappresaglia israeliani. Israele ha dichiarato che sta prendendo di mira le infrastrutture terroristiche e tutte le aree in cui Hamas opera o si nasconde e che le forze israeliane hanno ucciso circa 1.500 terroristi di Hamas infiltratisi in Israele da sabato.
Quando sono emerse le prove della brutalità con cui i terroristi di Hamas hanno massacrato i civili, l’organizzazione ha cercato di salvare la propria immagine agli occhi della comunità internazionale, affermando in modo non veritiero e contro prove schiaccianti di non aver fatto del male ai civili.