Quando si gioca a poker arriva un momento in cui si vanno a vedere le carte e si svelano i bluff. Ecco, il bluff di Putin sulla terza guerra mondiale è quasi arrivato al “vedo”.
A seguire i talk show italiani, spesso frequentati dagli stessi esperti di Covid, di crisi finanziaria, di politica e delle tagliatelle di nonna Pina (sono sempre loro), sembrerebbe che si stia andando velocemente verso la terza guerra mondiale.
Di recente poi son tornati fuori tutti i vecchi comunisti, antiamericanisti, antiatlantisti del “né né” che non stanno con Putin ma non stanno nemmeno con quei poveretti sotto le bombe che, anzi, hanno l’ardire di non arrendersi all’armata rossa, di continuare a combattere e quindi di chiedere armi.
Putinisti, nazisti di casa nostra e comunisti uniti al solo grido: «o l’Ucraina si arrende oppure andiamo di filata verso la terza guerra mondiale». E perché? Perché lo ha detto Putin.
Sergej Lavrov poveretto lo ripete tutti i giorni, non sa più come dirlo che l’occidente è circondato e che si deve arrendere altrimenti scoppia la terza guerra mondiale.
Ieri quello psicopatico di Vladimir Putin ha tirato fuori fantomatiche “armi segrete” di cui nessuno ne conosce l’esistenza. Sembrava Saddam Hussein poco prima della sua caduta quando annunciava controffensive in ogni dove.
Sinceramente fa anche un po’ pena. È chiaramente malato. Ha fatto accomodare il Segretario Generale dell’Onu dall’altra parte di un tavolo di due Km di lunghezza. Sembrava un film comico. Il tutto mentre la sua controparte ucraina organizza conferenze stampa aperte a giornalisti di tutto il mondo, senza domande preconfezionate in una galleria della metropolitana di Kiev.
La verità vera e cruda è che l’esercito russo è a pezzi. Lo era ben prima della folle invasione dell’Ucraina. Ora lo è definitivamente.
Non ha pezzi di ricambio per i blindati (curiosamente si producono in Ucraina), i militari non hanno sufficienti munizioni o ne hanno solo per l’armamento leggero. Hanno perso migliaia di carri armati e blindati, decine di migliaia di soldati sono morti. Per avanzare di pochi chilometri hanno dovuto fare terra bruciata, radere al suolo intere città con l’artiglieria pesante e l’aviazione.
La guerra sta prosciugando la Russia. Prosciugherebbe una nazione economicamente forte. La Russia a livello economico è un nano con il PIL del Belgio. E le sanzioni cominciano a mordere.
Per il momento Putin rimane in sella solo perché la maggior parte dei russi non sa cosa sta avvenendo né in Ucraina né nel resto del mondo. Ma non esiste più la “cortina di ferro” sovietica. Oggi in qualche modo le notizie viaggiano. In alcuni luoghi come la Russia viaggiano più lentamente, ma viaggiano.
Il tempo è nemico di Purtin, ecco perché più passano i giorni più alza i toni delle minacce. Tutto sta a crederci. I vetercomunisti ci credono per ragioni loro. Agli anti-atlantisti fa comodo crederci così possono andare in TV a urlare alla terza guerra mondiale. I Nazisti la bramano così tanto che se la sognano pure di notte.
Poi c’è il mondo normale, non quello dei talk show dei tuttologi ormai ridotti a macchiette dove i cialtroni diventano esperti e dove rinascono addirittura vecchi analista dell’era sovietica, come se il mondo nel frattempo non fosse cambiato.
E il mondo normale lo vede quel pazzo di Putin che accoglie il Segretario Generale dell’Onu come se fosse nel film “il grande dittatore”, con gli occhi stralunati dagli psicofarmaci e il ghigno malefico che sembra ridere persino delle sue parole.
Il mondo normale lo capisce il bluff di Putin, non ha bisogno dei talk show per leggere la situazione (solo in Italia e in Russia succede). Putin non sa più come fare per uscire da questa situazione e vede l’occidente che questa volta lo contrasta militarmente, che finalmente mette fine a questa sua arroganza. Questa volta l’occidente è andato a vedere le carte e quelle russe non sono vincenti.