Ieri Hamas ha fatto sapere che il sangue di Mohammad Zawari (Mohammad al-Zawahri), ucciso giovedì in Tunisia da mani sconosciute, omicidio di cui è accusato il Mossad, sarà ben presto vendicato e di considerare l’operazione attribuita ai servizi segreti israeliani come una “azione di guerra”.
In un comunicato diffuso ieri pomeriggio dal braccio armato di Hamas le Brigate Ezzedin al-Qassam confermano l’appartenenza di Mohammad al-Zawahri al loro gruppo e confermano anche che l’ingegnere stava lavorando a nuovi droni da usare contro Israele. «Le Brigate Ezzedin al-Qassam piangono la morte del martire Mohammad Zawari (Mohammad al-Zawhari)» si legge nel comunicato che continua con le lodi al terrorista ucciso definito «un eroe della resistenza nemico degli infidi sionisti». Poi le minacce: «il sangue del martire Zawari non è stato versato invano e sarà ben presto vendicato».
Chi era Mohammad Zawari?
Mohammad Zawari era un ingegnere tunisino appartenente ad Hamas e oppositore di Ben Alì trasferitosi nel 1991 in Siria da dove era poi fuggito dopo l’inizio della guerra civile e dopo che Hamas si era allontanato dalle posizioni di Assad. Dalla Siria era quindi tornato in Tunisia dove portava avanti gli studi per nuovi droni da utilizzare contro Israele con finanziamenti iraniani e in parte del Qatar. La Fratellanza Musulmana tunisina garantiva la sua sicurezza. Secondo il Mossad guidava anche un discreto traffico di armi dalla Libia alla Turchia, armi che poi finivano in Siria. Da tempo era nel mirino dell’unità Kidon, la speciale unità del Mossad che si occupa di eliminare i più pericolosi nemici di Israele. Ma Mohammad Zawari era sempre ben protetto sia dai Fratelli Musulmani tunisini che dai servizi segreti di Tunisi. Sembra che a tradirlo sia stato un suo particolare vizietto sessuale inconfessabile per un musulmano. Sarebbe stato attirato in un tranello da una avvenente giornalista (ufficialmente ungherese) per una intervista sui suoi progressi nella costruzione di droni, ma all’appuntamento c’erano i suoi giustizieri che hanno bloccato la macchina e hanno sparato una ventina di colpi con pistole silenziate. Otto colpi hanno raggiunto l’obiettivo.
Le autorità tunisine hanno detto di aver arrestato cinque uomini, due con passaporto marocchino e tre con passaporto europeo, ma non è chiaro se siano legate all’omicidio e che ruolo abbiano avuto. La “giornalista” è attivamente ricercata ma secondo una fonte della gendarmeria tunisina la donna sarebbe già all’estero, così come la squadra di fuoco composta da almeno otto uomini. Non ci sono fotografie o riprese della donna e della squadra di fuoco, per cui ogni ipotesi rimane una mera congettura. In ogni caso la morte di Mohammad Zawari, a prescindere da chi lo abbia eliminato, segna un colpo durissimo per Hamas e per i suoi progetti rivolti ai velivoli senza piloti da usare per attacchi terroristici contro Israele e questa è senza dubbio l’unica buona notizia certa.
Scritto da Sarah G. Frankl