Arrivano da un paese arabo, l’Egitto, le prove del complotto ordito da Obama contro Israele. A rivelarlo è uno dei giornali più importanti, Al-Youm al-Saba’a, considerato vicino al Presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi.

Secondo quanto riferito dal giornale egiziano il 12 dicembre scorso il Segretario di Stato americano, John Kerry, unitamente al capo della Sicurezza Nazionale, Susan Rice, avrebbe incontrato a Washington una delegazione della OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) guidata da Saeb Erekat. In quella occasione Kerry e la Rice avrebbero garantito il supporto dell’Amministrazione Obama alle proposte palestinesi in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite visto che il Presidente Obama riteneva tali proposte “equilibrate”. I due avrebbero anche garantito l’assistenza dell’ambasciatore americano all’ONU, Samantha Power, al rappresentante palestinese al Palazzo di Vetro, Riyad Mansour, in modo di coordinare le azioni degli Stati Uniti con l’OLP e la ANP.

Secondo il giornale egiziano durante l’incontro Kerry e la Rice avrebbero duramente criticato il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di voler distruggere le possibilità di una soluzione a due Stati. I due avrebbero anche elogiato il loro interlocutore Erekat per il fatto che quattro anni fa aveva predetto che Netanyahu avrebbe cercato di mantenere lo status quo in modo di fare piccoli aggiustamenti a favore di Israele. Kerry avrebbe quindi proposto a Erekat un piano per proporre soluzioni permanenti a patto che fossero i palestinesi, attraverso i loro compari, a presentarle alle Nazioni Unite. Infine Kerry ha consigliato ai palestinesi di inviare un loro rappresentante a Riad, in Arabia Saudita, al fine di condividere con i sauditi il piano.

Sempre secondo il giornale egiziano Kerry e la Rice avrebbero elargito consigli ai palestinesi su come affrontare la nuova Amministrazione americana guidata da Donald Trump, giudicata dai due rappresentanti americani “estremamente pericolosa per gli interessi palestinesi”. In particolare avrebbero consigliato alcuni metodi per opporsi al trasferimento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.

Non è chiaro se il presunto complotto di Obama contro Israele citato qualche giorno fa da Netanyahu sia riferito a questo incontro o il Premier israeliano abbia altre prove di questo complotto, ma è molto verosimile che si riferisse a questo incontro tenuto segreto fino a qualche giorno fa. Oggi John Kerry terrà un discorso ai diplomatici nel quale, secondo Haaretz, presenterà “la visione dell’Amministrazione Obama per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese”. Si teme che tale “visione” sarà poi portata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che tenti di vincolare in qualche modo le future mosse del Presidente eletto Donald Trump. La “soluzione” presentata oggi da Kerry dovrebbe essere la stessa che poi verrà presentata alla conferenza di Parigi che si terrà il prossimo 15 gennaio, cioè a soli cinque giorni dall’uscita di Obama dalla Casa Bianca per poi essere portata a tempo record al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Ormai appare chiarissimo che il piano di Obama contro Israele prevede di tagliar fuori completamente lo Stato Ebraico da qualsiasi trattativa in merito al proprio futuro e che Obama cerchi di imporre una soluzione favorevole ai palestinesi prima dell’entrata in carica di Trump in modo da ostacolarne le azioni. E’ l’ultimo dei tantissimi disastri commessi in politica estera da questo ignobile Presidente che prima di andarsene vuole fare in modo di danneggiare Israele il più possibile.

Di Sarah G. Frankl