Decine di musulmani hanno attaccato con bombe incendiarie e pietre una chiesa cristiana nel sud dell’Egitto. Il fatto è avvenuto nella città di Kom Ombo, nei pressi della Diga di Assuan. Negli scontri che ne sono seguiti sono rimasti feriti diversi civili e almeno 11 poliziotti intervenuti (molto tardivamente) sul posto.
A scatenare l’ira islamica sarebbe stata la presunta conversione di una donna egiziana al cristianesimo. La donna, una 36enne con un figlio piccolo, avrebbe abbracciato la fede cristiana negli ultimi mesi ma, secondo il locale imam, sarebbe in effetti stata costretta o addirittura stregata.
Gli scontri erano scoppiati una prima volta giovedì sera quando centinaia di musulmani avevano cercato di entrare nella chiesa cattolica copta di Kom Ombo. La polizia era però riuscita a respingere il tentativo usando gas lacrimogeni. Ieri l’attacco è stato più violento e la polizia è intervenuta con colpevole ritardo.
Il caso di Kom Ombo non è isolato. Sono decine i casi di attacchi contro i fedeli cristiani avvenuti in Egitto nelle scorse settimane. Più che altro questi atti violenti si registrano nel sud del Paese dove l’attenzione dei media è meno attenta e dove il partito dei radicali islamici è molto forte. Nei mesi scorsi molti cristiani avevano dovuto fuggire dalla Penisola del Sinai dove, per altro, sono ancora rientrati nonostante le rassicurazioni delle autorità. La situazione si sta ripetendo nelle regioni del sud dove però, come detto, la copertura dei media è molto inferiore. Un appello è stato lanciato dai leader della comunità copta al Governo egiziano e alla comunità internazionale affinché venga garantita in Egitto la libertà di culto e la possibilità di conversione al cristianesimo, opportunità quest’ultima che gli islamici respingono decisamente minacciando gli eventuali apostati di applicare alla lettera la Sharia appena introdotta dal Governo egiziano che in questi casi prevede la pena di morte.
Redazione