Non sappiamo se il mondo è pronto per elezioni in Palestina, specie dopo che per decenni sono state ripetutamente promesse e mai effettuate. Ma questa volta sembra che da quelle parti facciano sul serio.
Ad annunciarle alla TV palestinese, subito ripresa dai media iraniani, è Jabril al-Rajoub, che sembrerebbe essere un alto funzionario di Fatah (capo della Federcalcio palestinese) il quale nel dare l’annuncio specifica che «questa è la prima volta che le decisioni vengono prese da Fatah in modo indipendente e separato da qualsiasi influenza o pressione regionale», affermazione a dire il vero assai fumosa ma che dovrebbe dare all’annuncio quel “passo in più” che lo renda minimamente credibile.
Le ultime elezioni in Palestina si sono tenute nel 2006 e non hanno detto bene a Fatah, soprattutto a Gaza dove Hamas ha preso il potere prima con i voti poi, visto che Fatah non voleva sloggiare, con i Kalashnikov.
Giusto un anno prima, nel 2005, si erano tenute le elezioni presidenziali che avevano conclamato la vittoria di Mahmud Abbas (alias Abu Mazen) che sarebbe dovuto rimanere in carica fino al 2008 ma che invece è ancora li, al centro di Ramallah, a dirigere i flussi di denaro che arrivano da tutto il mondo.
Ma torniamo alle elezioni in Palestina perché i media iraniani ci annunciano che ci potrebbero essere delle complicazioni al loro regolare svolgimento.
Prima di tutto ci sono gli israeliani che sembra istituiscano blocchi stradali prima di ogni elezione per impedire ai palestinesi di andare a votare. È vero, non è una fake news, lo sostiene ABNA dimenticando però di dire che dal 2006 i palestinesi non sono più andati a votare e che nel frattempo i blocchi israeliani, se c’erano, potrebbero essere stati rimossi.
Poi ci sarebbero dei “disaccordi” tra Hamas e Fatah sul come votare e, soprattutto, sul cosa fare dopo il voto. L’ultima volta si sono scannati e a Gaza i motorini venivano usati per trascinare i corpi dei leader di Fatah per le strade.
Poi sembra che un tribunale di Ramallah nel 2016 si sia espresso per impedire le elezioni a Gaza, come se fosse un altro territorio. Infine ci sarebbero disaccordi sulla legge elettorale sulla quale non vi starò a tediare ma, fidatevi, sono questioni “serissime”.
Ora però sembra che, dopo il tradimento dei Paesi Arabi che hanno fatto la pace con Israele, ci penseranno gli iraniani e i turchi a mediare tra le varie fazioni palestinesi in modo da organizzare queste benedette elezioni.
Riunioni su riunioni si stanno tenendo a Teheran e ad Ankara invece che al Cairo come in passato. Lo garantiscono media turchi e iraniani per rimarcare che la separazione dei palestinesi dagli arabi è definitiva.
Vedremo quindi finalmente i palestinesi andare a votare per scegliere il loro futuro? Chissà, chi vivrà vedrà.
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