Questa mattina alle quattro (ora locale) le forze armate turche hanno lanciato un’offensiva contro la città siriana di Jarablus, a poca distanza dal confine turco e lontana appena 33 Km dalla città di Manbij, da pochi giorni finita sotto controllo delle forze curde. Per ora la Turchia ha usato solo artiglieria e aviazione ma sembra imminente anche l’uso di truppe di terra.
Ufficialmente l’operazione è volta a mettere in sicurezza il confine tra Siria e Turchia e a togliere il controllo di Jarablus allo Stato Islamico, in realtà Erdogan vuole evitare che anche questa importante città sul confine con la Turchia cada in mano curda.
Secondo le agenzie turche l’operazione militare dell’esercito di Erdogan avviene in coordinamento con la coalizione a guida americana che però comprende anche le forze curde che invece Ankara considera come gruppi terroristici. E’ un paradosso piuttosto evidente che fa il paio con i recenti attacchi turchi ai miliziani del Democratic Union Party. In realtà l’annuncio di una offensiva turca contro le forze dello Stato Islamico è stata data in concomitanza con quello della visita del vice-presidente americano Joe Biden in Turchia, come a dimostrare un certo coordinamento, solo che in pochi credono che il vero obiettivo dell’esercito turco sia l’ISIS. Le forze curde hanno conquistato la città di Manbij, si accingevano a conquistare Jarablus da dove avrebbero avuto campo libero anche verso al-Bab creando così una importantissima area sotto il loro controllo a ridosso del confine con la Turchia, una eventualità che Erdogan non può permettere. Indicative in tal senso le parola dette dal Ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, durante una conferenza stampa con il suo omologo lituano. Cavusoglu ha detto che «la Turchia avrebbe ripulito i suoi confini dai gruppi terroristici» indicando tra di loro anche i vari gruppi curdi che combattono contro l’ISIS.
Il vero obiettivo di Erdogan sono i curdi non l’ISIS
Al di la delle dichiarazioni ufficiali appare evidente che a Erdogan non importa nulla dello Stato Islamico ma interessa tantissimo quello che fanno i curdi che sul terreno stanno ottenendo una vittoria dietro l’altra. E qui entra in ballo il supporto americano alle forze curde. Cosa intendono fare a Washington con gli attacchi turchi alle postazioni curde? Come può Ankara annunciare una operazione militare in grande stile in collaborazione con la coalizione a guida USA di cui fanno parte anche i curdi e poi attaccare quelli che dovrebbero essere suoi alleati? Si capisce che c’è un bel paradosso e che gli USA non possono semplicemente girarsi dall’altra parte.
Scritto da Einav Ben H.