Fu Hezbollah a uccidere Mustafa Badreddine, non il Mossad. A dirlo è una donna identificata come la compagna del comandante di Hezbollah ucciso lo scorso anno nei pressi di Damasco.

Secondo un video apparso su Youtube in un canale riconducibile ad Anonymous (Anonymous4Yemen) e su un altro canale denominato “Truth” che però al momento non è raggiungibile, a uccidere Mustafa Badreddine sarebbe stato lo stesso Hezbollah e non il Mossad, accusato sin da subito dell’omicidio da diversi media vicini all’Iran ma incredibilmente non da Hezbollah.

Secondo la donna Badreddine «sapeva che la leadership di Hezbollah voleva ucciderlo» e che l’ordine di ucciderlo sarebbe partito da Teheran, una ipotesi indirettamente confermata dalla intelligence israeliana e dal capo di Stato Maggiore del IDF, il Gen. Gadi Eisenkot, il quale ha affermato che a seguito di una inchiesta condotta dall’esercito israeliano l’omicidio di Mustafa Badreddine sarebbe il frutto di una faida interna a Hezbollah che ha coinvolto anche l’Iran e più in particolare la Forza Quds (l’elite delle Guardie della Rivoluzione). Più nello specifico il Generale Gadi Eisenkot aveva affermato che l’ordine di assassinare Mustafa Badreddine era partito direttamente dal capo della Forza Quds, il Generale iraniano Qasem Soleimani.

Da diverse settimane in Libano è partita una campagna per chiedere a Hezbollah “verità su Mustafa Badreddine”. A guidare la campagna contro i terroristi libanesi è un giornale libanese, il Beirut Observer, che oltre ad aver dato il via alla campagna “il vostro silenzio è una ammissione” chiede conto a Hezbollah del suo silenzio anche sulle gravi accuse arrivate dal Comandante del IDF, ottenendo però solo un imbarazzato silenzio.

A seguito dell’uccisione di Mustafa Badreddine, Hezbollah diede il via a una campagna di glorificazione del comandante terrorista definendolo un “martire”. I media vicini al gruppo terrorista libanese, in particolare Al Manar, accusarono prima il Mossad, poi la CIA e infine anche non ben identificati “terroristi siriani al soldo della entità sionista”, salvo poi far calare una cappa di silenzio dopo i tanti dubbi sulla vicenda. Ora si scopre che a uccidere il comandante di Hezbollah sono stati i suoi compagni su ordine del generale iraniano Qasem Soleimani il quale, naturalmente, contava molto sul far credere che l’omicidio fosse opera del Mossad. Questi iraniani, una ne fanno e cento ne pensano.