Hezbollah sta distruggendo il Libano, il mio Libano. Una volta agosto voleva dire alberghi pieni, spiagge affollate, turisti ovunque, eventi e mostre. Oggi le spiagge del Libano sono vuote come gli alberghi. I turisti arabi ed europei sembrano evitare il mio paese come fosse la peste.
A Beirut tutti conoscono il nome del responsabile o dei responsabili, perché se è vero che c’è un responsabile c’è anche chi lo manovra. Hezbollah è il responsabile di questo disastro ma i fili li tirano a Teheran.
Nasrallah (il capo di Hezbollah n.d.r.) è un burattino nelle mani degli iraniani, prometteva un grande Libano con la sua retorica bellica contro il nemico di sempre, Israele, e con le sue promesse ha incantato molti giovani, ma quello che vediamo oggi è un paese direttamente coinvolto nella guerra in Siria, invaso da centinaia di migliaia di profughi, un paese nuovamente diviso dai settarismi che fatica a trovare una linea comune di sviluppo politico e civile, un paese povero che non assomiglia minimamente a quella “Svizzera del Medio Oriente” che era una volta. Il Libano è regredito, Hezbollah lo ha fatto regredire con la sua bramosia di obbedire ai voleri dei padroni iraniani.
Guerra, una parola che i libanesi conoscono fin troppo bene e che volevano mettersi alle spalle per pensare finalmente al futuro ma che adesso è tornata a far parte del quotidiano come un virus che non puoi debellare. La guerra in Siria coinvolge direttamente il Libano non per caso o per ragioni di prossimità geografica ma perché a Teheran hanno deciso cosi ed Hezbollah ha obbedito. E la guerra in Siria sembra non bastare a Nasrallah e ai suoi padroni iraniani, vogliono tirare il Libano dentro anche a una nuova guerra con Israele. Tutti i libanesi che ragionano con la loro testa invece che con quella degli Ayatollah iraniani lo sanno e lo vedono. E sono spaventati da questa idea ma hanno la sensazione di non poterci fare nulla, di non poter impedire ad Hezbollah e all’Iran di trascinare il paese nel baratro di una guerra con Israele dopo che lo hanno trascinato in quella siriana. La comunità internazionale e la Lega Araba sembrano non interessarsi al dramma che si appresta a vivere il Libano per colpa di Hezbollah, temo che anche loro si siano ormai rassegnati all’idea che tutto questo sia inevitabile. Ma non noi, non noi libanesi che non vogliamo altre guerre, che non odiamo nessuno per la sua razza o per la sua religione, che non ci interessa delle manovre egemoniche di Teheran, noi che vogliano che il Libano torni ad essere la Svizzera del Medio Oriente dove tutti possono vivere in pace e in armonia, scitti, sunniti, cristiani di ogni confessione ed ebrei. Il nostro Libano non è quello di Hezbollah, non è quello che vorrebbero a Teheran.
La comunità internazionale e la Lega Araba devono tornare a interessarsi del Libano, devono fermare Hezbollah prima che sia troppo tardi, prima che trascini il nostro bellissimo paese in una nuova guerra che potrebbe essere devastante e che ci ricaccerebbe nel Medio Evo lasciando campo libero agli estremisti. Ancora tutto questo si può evitare ma occorre agire in fretta, occorre uscire dagli stereotipi secondo cui le tensioni in Medio Oriente dipendono da situazioni del tutto ininfluenti come quella palestinese. I problemi veri sono altri e il Libano è parte di questi problemi, forse una delle parti più importanti. L’Europa non può continuare a rimanere passivamente alla finestra perché il Libano è uno dei paesi più europei del Medio Oriente, unico paese arabo che è riuscito a sviluppare un sistema di convivenza che puntava allo sviluppo e all’armonia. L’Europa ci deve aiutare prima che Hezbollah ci trascini in una guerra con Israele che pochi vogliono e che sarà distruttiva. Ma non è rimanendo passivamente in silenzio che lo può fare. I segnali parlano chiaro, ignorarli è da criminali.
Scritto da Shihab B.
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