In Iran torna l’onda verde, quella stessa che nel 2009 l’occidente si è ben guardato dal sostenere in ossequio a una politica che verso gli Ayatollah è sempre stata fin troppo genuflessa anche quando l’accordo sul nucleare era lontanissimo.
Allora il mondo si è girato dall’altra parte mentre il sangue dei giovani iraniani macchiava le strade delle principali città persiane. Decine di migliaia di arresti, morti e feriti a centinaia mentre le milizie basij che uccidevano e torturavano senza pietà i giovani iraniani hanno avuto vita facile. Ci fu un sussulto solo alla morte della povera Neda Soltan, morta in diretta mondiale. Ma fu un attimo, poi lo sguardo delle “democrazie” si girò nuovamente dall’altra parte lasciando che i criminali Ayatollah facessero il loro sporco lavoro senza che nessuno osasse disturbarli.
Adesso non ci sono più né Barack Obama né Catherine Ashton, quest’ultima sostituita da Federica Mogherini che meglio della Ashton non lo è di sicuro. Ma alla Casa Bianca sembra tirare un’aria diversa. Se Donald Trump da seguito ai suoi Twitt almeno questa volta l’appoggio americano ci dovrebbe essere.
Nella notte le autorità iraniane hanno oscurato internet memori di quello che successe nel 2009 quando i giovani iraniani avevano riempito il web di filmati che dimostravano non solo le manifestazioni ma soprattutto la repressione. Non è un bel segnale perché significa che i fanatici Basji torneranno a fare il loro sporco lavoro, significa che altro sangue scorrerà sulle strade di Teheran.
Eppure i media e le diplomazie europee continuano nel loro sporco doppio standard, focalizzati come sono sulle risse da osteria palestinesi invece di guardare dove veramente ci sarebbe bisogno della loro attenzione. Dalla Mogherini non è arrivata una sola parola di condanna sulla repressione delle manifestazioni degli ultimi due giorni, nulla sui morti ammazzati a sangue freddo dalle milizie legate ai Pasdaran o sulle legittime richieste dei giovani iraniani. Il nulla cosmico, come lo ha definito tempo fa una collega.
Tempo fa ebbi modo di rinnovare la mia stima al popolo persiano, non agli Ayatollah che lo affliggono. Ora il popolo persiano ha bisogno della nostra attenzione. Che facciamo? Li lasciamo ancora soli come nel 2009 o questa volta troviamo il coraggio per sostenerlo?