L’Islam radicale avanza in tutto il mondo ma il problema è Israele

11 Agosto 2021

Corre un brivido nella schiena al solo pensare che in questo momento l’Iran sta raggiungendo le capacità per un’arma nucleare, mentre nello stesso istante i talebani stanno riportando l’Afghanistan al Medio Evo.

Ci sono delle cose incomprensibili nella politica dell’occidente. Per ogni batter d’ali incolpa Israele di alzare la tensione, ma tace sul fatto che l’Iran sta raggiungendo la bomba nucleare.

Anzi, invia vergognosamente un alto rappresentante all’insediamento di Ebrahim Raisi, il boia di Teheran.

È quasi una genuflessione agli Ayatollah, una politica masochista della quale si capisce davvero ben poco in merito a quale obiettivo si ponga se non quello di piegarsi all’Islam radicale.

E cosa dire dell’Afghanistan, lasciato dopo venti anni di guerra e migliaia di morti, nelle mani dei talebani che in poche settimane stanno conquistando a suon di stragi tutto il paese ristabilendo il califfato.

L’abbandono dell’Afghanistan è uno dei misteri più inspiegabili della storia moderna. Abbiamo visto nascere il califfato dello Stato Islamico e lo abbiamo subito.

Poi quando è caduto (non certo grazie alla politica occidentale) abbiamo gioito e tirato un sospiro di sollievo.

Ora abbandoniamo l’Afghanistan consapevoli che i talebani non aspettavano altro per rifondare il loro terribile califfato fatto di leggi orrende risalenti al buio Medio Evo Islamico. Qualcosa di molto più terribile di quello dell’ISIS.

Non credo che a Bruxelles o a Washington ci sia qualcuno sorpreso della piega presa dal povero Afghanistan. Ipocritamente sembrano sorpresi, ma non lo sono affatto.

E la cosa davvero strana è che continuano a prendersela continuamente con il piccolo Stato Ebraico che, circondato da nemici che ne bramano l’estinzione, ha come unica colpa quella di difendersi.

Venerdì a Teheran il nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi ha incontrato il leader di Hamas Ismail Haniyeh e gli ha assicurato il continuo sostegno iraniano.

Chissà se l’inviato europeo ha avuto qualcosa da dire oppure ha tacitamente approvato, perché è così che funziona: chi tace acconsente ed è complice.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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