Israele, in caso di guerra pronto eccezionale piano di evacuazione di massa

Se Israele dovesse entrare in guerra con Hamas o con Hezbollah c’è un piano del tutto eccezionale per l’evacuazione di massa della popolazione che vive lungo i confini con Gaza e con il Libano. A rivelarlo è un alto ufficiale del Homefront Command, il colonnello Itzik Bar.

«Nel 2017 tutto Israele è sotto minaccia» ha detto il Colonnello Itzik Bar «Hamas e soprattutto Hezbollah dispongono di migliaia di missili in grado di colpire tutto il territorio israeliano ma la nostra prima preoccupazione è per la popolazione che vive lungo i confini con Gaza e con il Libano la quale oltre alla minaccia dei missili potrebbe essere esposta a raid terrestri da parte dei terroristi. Abbiamo sistemi antimissile in grado di eliminare le minacce più gravi ma contro i raid terrestri secondo noi la prima cosa da fare è togliere gli obiettivi ai terroristi».

Il Colonnello Itzik Bar ha sottolineato che questo timore preoccupa soprattutto sul fronte nord dove Hezbollah ha maturato una importante esperienza di guerriglia nel conflitto in Siria, una esperienza che potrebbe mettere in pratica contro Israele. «Abbiamo intenzione di sottrarre ai terroristi i loro primi obiettivi, cioè i civili. Per farlo serviva un piano eccezionale di evacuazione della popolazione». Poi il Colonnello Itzik Bar precisa che il piano riguarda soprattutto quelle aree dove è più difficile fornire copertura contro i missili ma anche le aree più a rischio di raid terresti, un piano che riguarda complessivamente circa 250.000 persone. «Nei luoghi dove abbiamo capito che per noi è più difficile fornire protezione ai civili abbiamo deciso di intervenire direttamente sul problema e quindi di sottrarre ai terroristi i loro principali obiettivi, i civili».

E dove andrà questa imponente massa di civili? Homefront Command ha individuato in alberghi, Kibbutz e scuole i luoghi dove alloggiare i civili, mentre solo piccoli nuclei di persone (già individuati a seguito di riunioni con le autorità locali n.d.r.) rimarrebbero a presidiare i luoghi evacuati per garantire e proteggere le infrastrutture. Naturalmente si parla di piani di prima emergenza da mettere in pratica nell’immediato dello scoppio di un eventuale conflitto, sarà poi l’esercito a garantire la difesa delle infrastrutture.

L’obiettivo è quello di non ripetere di errori commessi durante la guerra con Hamas del 2014 quando migliaia di israeliani residenti lungo il confine con Gaza lasciarono le loro case e non c’era un piano su dove alloggiarli. Oggi la situazione potrebbe essere addirittura peggiore dato che la minaccia è notevolmente aumentata e il rischio di una guerra su due fronti è molto concreto.

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