Israele, COVID-19: aumento dei casi gravi del 70% in una settimana

13 Agosto 2021

Si ringrazia Yedioth Ahronot per le informazioni fornite – Il Ministero della salute di Israele ha comunicato ieri che i casi gravi di COVID-19 sono aumentati del 70% in una settimana.

Secondo i dati diffusi, in totale sono attualmente 445 i pazienti ricoverati in gravi condizioni, 72 dei quali attaccati ai ventilatori. La scorsa settimana erano 262.

Le autorità sanitarie hanno anche riferito che 4.048 israeliani sono risultati positivi al virus su circa 85.000 test effettuati dalla mezzanotte, portando il tasso di positività del Paese al 5,03%

Il direttore generale del ministero della Sanità, il prof. Nachman Ash, ha dichiarato ieri di essere profondamente preoccupato per la diffusione dilagante della malattia in tutto il paese.

«Speriamo che le misure approvate dal governo mercoledì fermino l’aumento della morbilità», ha detto Ash in una conferenza stampa prima di una riunione di un gruppo di esperti per discutere l’abbassamento dell’età di accesso per il vaccino di richiamo del Coronavirus.

Israele ha iniziato a inoculare la terza dose di vaccino ai cittadini con più di 60 anni all’inizio di questo mese, diventando il primo paese al mondo a farlo.

«È chiaro a tutti noi che la decisione di vaccinare i giovani è complessa e deve essere presa dopo un’attenta valutazione da parte dei professionisti medici», ha affermato il prof. Ash.

Infine ha invitato 1,1 milioni di israeliani che devono ancora ricevere il vaccino a farlo per consentire al Paese di tornare alla normalità, consentendo anche l’apertura sicura dell’anno scolastico a settembre.

Problemi per la riapertura delle scuole

Bambini israeliani a scuola

A meno di tre settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico previsto per il 1° settembre, genitori, insegnanti e autorità locali hanno ancora una sfilza di domande senza risposta sullo schema del governo mentre le infezioni da Coronavirus continuano a crescere a un ritmo allarmante.

Lo schema è stato formulato dai ministeri dell’istruzione, della salute e della difesa, insieme all’ufficio del primo ministro, e da quando è stato presentato al pubblico è stato oggetto di esame per la mancanza di protezione dei bambini contro l’esposizione al COVID-19.

Secondo lo schema previsto dal Governo, a circa 1,6 milioni di studenti [dalla scuola materna alla prima media] verrà chiesto di sottoporsi a test sierologici, volti a verificare l’esposizione passata al COVID misurando i livelli di anticorpi.

Coloro che si sono ripresi dal patogeno riceveranno un Green Pass, il che significa che saranno esentati da un isolamento di due settimane in caso di esposizione ad una persona infetta verificata.

Il governo fornirà anche kit di test rapidi per gli studenti, che saranno obbligati a testarsi per il COVID almeno 48 ore prima dell’inizio dell’anno scolastico.

Nelle autorità locali classificate come rosse o arancioni, dove il tasso di infezione è considerato elevato, gli studenti saranno sottoposti a test COVID una volta alla settimana.

Nelle autorità locali verdi e gialle dove il tasso di infezione è più basso, uno studente positivo verrà inviato in auto-isolamento, mentre studenti e personale esposti ad un portatore continueranno ad andare a scuola dove saranno sottoposti a test COVID giornalieri per una settimana.

Molti genitori hanno già detto che preferiscono lasciare i figli a casa per una settimana, invece di sottoporli a test quotidiani.

Il ministero dell’Istruzione stima che anche decine di insegnanti rifiuteranno di sottoporsi ai test COVID quotidiani e preferiranno invece rimanere a casa.

Inoltre, i funzionari delle autorità locali hanno affermato che non sarà possibile testare più di un milione di studenti o fornire kit di test domestici a milioni di altri prima dell’inizio dell’anno scolastico, dal momento che i ministeri dell’istruzione e della salute non hanno aggiunto allo schema in che modo le scuole dovrebbero effettivamente farlo.

Un altro problema risiede nell’affidabilità dei kit di test rapidi, il 30-45% dei quali risulta negativo se il paziente non è sintomatico e circa il 15-30% negativo per i pazienti sintomatici.

Lo stesso Ministero dell’Istruzione ha stimato che almeno il 30% di tutti i genitori falsificherà i risultati del test dei propri figli o non eseguirà affatto il test a casa.

Il ministero della Salute, intanto, ha annunciato di aver già scelto un fornitore sia per i test sierologici che per i kit di test domiciliari per gli studenti. In realtà, però, il bando è ancora nelle prime fasi di formulazione.

Nel frattempo, c’è una significativa carenza di kit per test sierologici nel paese. Attualmente il ministero della Salute ha a disposizione 50.000 kit di test sierologici, con altri 250.000 già acquistati e che dovrebbero arrivare in Israele nei prossimi giorni.

I ministeri hanno anche promesso l’assunzione di “fiduciari COVID” in ciascuna istituzione educativa, che monitoreranno le classi e assicureranno il rispetto dello schema educativo. In realtà, però, la campagna di reclutamento e il programma di formazione devono ancora iniziare.

Insomma, il COVID-19 picchia duro nuovamente in Israele dove il Governo non ha chiarito molti punti nemmeno per la prossima riapertura delle scuole. E non sono pochi a chiedere ancora maggiori restrizioni prima che la pandemia esploda nuovamente.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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