Israele non opererà più solo nel sud della Siria per contrastare la presenza iraniana ma sposterà a nord le linee rosse oltre le quali non verrà ammessa la presenza degli Ayatollah e dei loro proxy. E’ questo il succo del messaggio che Gerusalemme ha fatto avere a Mosca. A riferirlo è il quotidiano arabo Al-Awsat che cita fonti diplomatiche occidentali.
Fino a ieri l’obiettivo dell’accordo di coordinamento tra Israele e Russia era legato unicamente alla possibilità per gli israeliani di agire in Siria per evitare che l’Iran trasferisse armi e tecnologie a Hezbollah e agli altri gruppi di miliziani sciiti legati a Teheran, ma con l’allargamento delle linee rosse l’obiettivo di Israele diventa più ambizioso e punta a impedire agli iraniani di posizionarsi stabilmente in Siria.
In questo contesto rientrerebbe l’attacco aereo probabilmente israeliano di giovedì scorso, confermato dai media vicini a Hezbollah, che secondo la resistenza siriana avrebbe colpito una base iraniana nella provincia di Homs e che, stando a fonti di Sky News Arabia, avrebbe provocato la morte di almeno 21 militari dei quali nove iraniani.
Ieri l’Iran ha negato che suoi militari siano morti nell’attacco aereo di giovedì ma, come detto, Hezbollah ne da una versione diversa.