Ieri l’esercito israeliano ha diffuso una nota dove si svelano alcuni dettagli sin qui secretati del piano missilistico iraniano in Libano e dove si afferma che Iran ed Hezbollah stanno intensificando gli sforzi per costruire strutture in Libano dove assemblare missili di precisione.

Nella nota si identificano quattro alti funzionari iraniani e di Hezbollah coinvolti nel progetto (già svelato un anno fa), ma soprattutto si esprime preoccupazione per i civili libanesi usati come scudi umani a protezione degli impianti.

Il piano iraniano in Libano

Il piano iraniano in Libano nasce dal fatto che per diversi mesi l’Iran ha tentato di contrabbandare missili in Libano attraverso la Siria, ma gli sforzi iraniani sono stati sempre sventati da interventi israeliani in Siria.

Quindi a Teheran hanno deciso di cambiare rotta. Da un lato hanno deciso di fare un “upgrade” ai missili già in possesso di Hezbollah, dall’altro hanno deciso di trasferire missili di precisione in Libano trasportandoli “a pezzi” per poi assemblarli negli impianti libanesi.

L’organigramma del progetto iraniano

Il programma è guidato dal generale iraniano Muhammad Hussein-Zada Hejazi, membro della Forza Quds del Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica (IRGC) agli ordini diretti del Generale Qasem Soleimani.

Gli altri nomi identificati sono quelli degli iraniani Majid Nuab, la mente delle tecnologie applicate ai missili, e quello di Ali Asrar Nuruzi, responsabile della logistica.

Come responsabile del progetto per conto di Hezbollah è stato invece identificato il terrorista Fuad Shukr, ricercato dagli Stati Uniti in quanto coinvolto nell’attentato di Beirut che nel 1983 fece 241 vittime americane.

Ad una domanda se la rivelazione dei nomi dei quattro responsabili del piano missilistico iraniano in Libano fosse anche un avvertimento volto a dire che i quattro sono nel mirino israeliano, il portavoce dell’IDF ha risposto che se fosse in loro non starebbe tanto tranquillo.

Popolazione libanese in pericolo

Secondo il tenente colonnello Jonathan Conricus, portavoce del IDF, negli ultimi tempi gli iraniani hanno intensificato notevolmente l’implementazione del progetto.

«L’Iran sta mettendo in pericolo il Libano cercando di produrre missili a guida di precisione sul suolo libanese, usando il popolo libanese come scudi umani», ha detto Conricus.

Molto duro e diretto anche il Premier Benjamin Netanyahu: «Non staremo in disparte permettendo ai nostri nemici di acquisire armi mortali da usare contro di noi» ha detto Netanyahu.

«Questa settimana ho già detto ai nostri nemici di stare attenti alle loro azioni. Ora sto dicendo loro: Dir balak» ha aggiunto Netanyahu, usando una frase araba che significa “stai attento”.

Preoccupazione israeliana per possibile incontro USA-Iran

Ieri il Times of Israel ha rivelato un retroscena sin qui inedito in merito alla visita a sorpresa del Ministro degli esteri iraniano, Mohammed Javad Zarif, al vertice del G7 a Biarritz, in Francia.

Secondo quanto riferito il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, avrebbe tentato in tutti i modi di contattare il Presidente Trump per convincerlo a non parlare con Zarif, ma Trump si sarebbe fatto negare.

La notizia, diffusa inizialmente dal sito americano di notizie Axios.com, non è stata smentita.

Gli israeliani sono molto preoccupati per una possibile riapertura delle trattative tra USA e Iran dopo che il Presidente Trump aveva intensificato gli sforzi per mettere Teheran nell’angolo, riuscendo in parte nel suo obiettivo. Una ripresa delle trattative renderebbe tutto vano e metterebbe Israele in seria difficoltà.

Indifferenza internazionale

Colpisce l’indifferenza della comunità internazionale di fronte al piano iraniano in Libano, un piano che rischia seriamente di trascinare il Paese dei Cedri in un conflitto devastante con Israele.

Sono mesi che Israele mette in guardia il mondo sul più che probabile coinvolgimento del Libano in una guerra con Hezbollah. Ma sin qui gli ammonimenti israeliani sono caduti nel vuoto.