Questa volta Israele ha davvero l’occasione per portare la guerra in Iran, cioè dove è partito il massacro del 7 ottobre e dove per anni è stato pianificato il prossimo genocidio di ebrei.
I firewall iraniani sono caduti tutti o sono in via di decadenza. Hamas è militarmente quasi innocuo, Hezbollah è su quella strada. La deterrenza iraniana è ai minimi termini. Come dice Yaroslav Trofimov, l’Iran non è mai stato così vulnerabile come lo è oggi.
Anche l’attacco iraniano a Israele ha mostrato tutti i limiti della Repubblica Islamica. Hanno usato i loro missili balistici migliori, ma hanno dovuto caricarli con meno esplosivo per farli arrivare sullo Stato Ebraico, tanto che i pochi missili che hanno raggiunto l’obiettivo hanno fatto pochissimi danni.
Ne hanno potuti lanciare solo 180 perché non hanno più di 250 lanciatori, per di più “graziati” dagli americani che con i satelliti li avevano visti caricare ore prima del lancio. E quelli che sperano che l’Iran possa oscurare il cielo con i suoi missili (come Dario con le frecce) dovranno fare i conti con questa triste realtà: più di così gli iraniani non possono fare anche se hanno gli arsenali strapieni di missili.
E allora perché gli americani sono così prudenti sulle modalità della vendetta di Israele? Le ragioni sono fondamentalmente due e tutte valide.
La prima riguarda la possibilità da parte iraniana di paralizzare il mercato del petrolio arabo, bloccando per esempio lo Stretto di Hormuz. Non ci vogliono grandi mezzi o armi particolari per farlo e se gli iraniani lo facessero allora gli americani sarebbero costretti a intervenire. Cosa che non vogliono fare.
La seconda è geopolitica. Una “vendetta” israeliana me metta in ginocchio l’economia iraniana potrebbe far cadere il regime. Bene, direte voi. Non proprio, perché come abbiamo visto in Iraq, in Afghanistan e in altre parti del globo, quando cade un regime se non hai l’alternativa pronta tutta la regione cade nel caos e nelle mani degli integralisti. Ce l’abbiamo una alternativa pronta al regime degli Ayatollah? Gli americani pensano di no. Non per il momento, comunque.
Paradossalmente la vendetta più incisiva per il futuro ma meno pesante per il presente, sarebbe quella di attaccare le centrali atomiche e bloccare il programma nucleare iraniano. Gli americani sono contrari, forse immaginando una ricaduta radioattiva, ma questa volta sbagliano. Bloccare la corsa iraniana alla bomba diventa assolutamente indispensabile proprio a seguito dell’attacco iraniano a Israele. Se gli Ayatollah avessero avuto la bomba l’avrebbero usata. Su questo ci sono pochi dubbi.
Il Presidente Biden è come sempre un po’ confuso. Il petrolio no, le atomiche no. Cosa dovrebbero attaccare gli israeliani? Le fabbriche di tappeti persiani?
Invece un attacco alle centrali atomiche risolverebbe il problema “ bomba” ma allo stesso tempo non rovescerebbe il regime, che comunque agonizza, dando il tempo di preparare l’alternativa agli Ayatollah e, soprattutto, all’IRGC che ogni cosa amministra in Iran.