Libano (Rights Reporter) – Ieri il Primo Ministro libanese, Saad Hariri, si è dimesso dal suo ruolo e lo ha fatto attraverso un durissimo comunicato che non lascia spazio a dubbi sulle motivazione che lo hanno portato a questa difficilissima decisione. Hariri ha sparato ad alzo zero su Hezbollah e sui suoi padroni iraniani accusando in particolare questi ultimi di «diffondere il caos» in Libano proprio attraverso i terroristi libanesi che ormai in pratica controllano anche l’esercito. Ha accusato Teheran di usare il Libano per i suoi torbidi scopi e per le sue mire espansioniste in Medio Oriente.

«Il male che diffonde l’Iran nella regione la incendierà» ha detto Saad Hariri in un discorso diffuso da Al Arabiya. «L’Iran ha il potere di decidere non solo il destino del Libano ma anche quello di altri Paesi della regione» ha continuato Hariri aggiungendo poi che «Hezbollah è il braccio armato di Teheran in Libano e in altri Paesi arabi. Negli ultimi anni Hezbollah ha usato il potere delle sue armi per imporre al mondo un fatto compiuto».

La denuncia di Saad Hariri è senza appello, anche quando afferma di temere per la propria vita, parlando di un piano per ucciderlo esattamente come successe a suo padre, Rafiq Ḥariri, ucciso insieme ad altre 21 persone da un ordigno di Hezbollah il 14 febbraio 2005 proprio per essersi opposto ai giochi dei terroristi libanesi e alla loro alleanza con la Siria e con l’Iran.

Negli ultimi mesi Hariri era diventato solo una foglia di fico per le mire espansionistiche di Teheran e degli Hezbollah. Giudicato un oppositore degli Ayatollah era Primo ministro libanese solo sulla carta perché in realtà non aveva nessun potere decisionale. Era solo quello che un analista dell’intelligence israeliana ha definito “il travestimento perfetto per Hezbollah e Teheran”.

Ma ora che questo “travestimento” viene a cadere per il Libano si aprono scenari non proprio rosei. Ormai smascherati apertamente gli Ayatollah non permetteranno a nessuno di interferire nel loro piano criminale.

Le reazioni a Gerusalemme e a Teheran

Subito dopo la diffusione della notizia delle dimissione di Saad Hariri, l’intelligence israeliana si è attivata per cercare di decifrare cosa può accadere adesso in Libano. La situazione non è delle migliori. Il paese è diviso in due tra gli sciiti sostenitori di Hezbollah (e quindi dell’Iran) e il resto del paese diviso tra arabi sunniti, cristiani e le altre minoranze non proprio contente di diventare una colonia iraniana. La Tv di Hezbollah, Al Manar, non va tanto per il sottile e ha parlato di “stupore” non tanto per le dimissioni quanto piuttosto per la forma con la quale sono state rese note incolpando l’Arabia Saudita di aver condizionato le scelte di Hariri. «E’ un mossa saudita per esacerbare lo scontro in Libano» hanno scritto i media iraniani. Di «pericolosa escalation tra Iran e Arabia Saudita attraverso le sorti del Libano» parla l’analista politico libanese Habib Fayyad che si dice preoccupato per le pesanti interferenze di Teheran e Riyad sulla politica del Paese dei Cedri. Una fonte della intelligence israeliana ha detto a RR che la situazione in Libano è tenuta costantemente sotto controllo ma che adesso tutto è diventato più complicato perché «caduta la maschera di Hariri gli Hezbollah e gli iraniani potrebbero accelerare i loro propositi di trasformare il Libano in una colonia iraniana», un fatto questo che non dovrebbe preoccupare solo Israele ma tutto il mondo libero.