L’esodo dei cristiani dai territori palestinesi è da addebitare principalmente ad Israele. E’ questa la sintesi dell’ennesima ricerca dell’Università di Dar Al Kalima di Beit Jala in Cisgiordania.

“L’accurato studio” è frutto di un’attenta indagine del prof. Bernard Sabella, cattolico, deputato palestinese, tra i relatori del sinodo dei Vescovi del medioriente del 2010, assemblea divenuta celebre per essersi tenuta alle porte della primavera araba e incurante o insensibile ai tumulti e al malessere delle popolazioni arabe che di li a breve avrebbero scatenato rivolte, hanno incessantemente preso di mira ciò che a loro erano i principali responsabili della pace mondiale ovvero gli ebrei e il loro stato Israele in quanto “stato ebraico”.

Ma tornando ad oggi l’inchiesta è stata condotta su un campione composto per metà da musulmani e per metà da cristiani e i risultati sono: che l’integralismo islamico è poco presente, la convivenza è una favola e il pericolo per i cristiani è la cosiddetta “occupazione israeliana”, per quello che vuol significare.

L’inchiesta ripresa e strombazzata da al Jazeera riporta come situazione particolarmente delicata quella dei cristiani di Betlemme.

Betlemme in confromità agli accordi di Oslo 2 è passata sotto il controllo giuridico della ANP (Autorità Nazionale Palestinese) da dicembre del 1995. Cristiana al 85% nel 1947 ha vissuto i maggiori esodi di cristiani per “sfortunata coincidenza” durante l’occupazione giordana 1948-1967 e durante l’amministrazione della ANP riducendosi come presenza ben al di sotto del 10%. Non vi risiedono ebrei (salvo quelli individuati non si sa come e non si sa sotto uso di quali sostanze dall’on.le Manlio di Stefano), i cristiani scompaiono e la popolazione musulmana aumenta.

Per colpa di Israele naturalmente!