Con una mossa a sorpresa che ha spiazzato tutti le truppe del Generale Khalifa Belqasim Haftar, fedeli al Governo di Tobruk non riconosciuto a livello internazionale, hanno occupato due dei principali terminali petroliferi del Paese indispensabili al legittimo Governo di Tripoli per le esportazioni di petrolio.

Si tratta dei terminali di Ras Lanuf e Al-Sidra che da soli gestiscono 700.000 barili di petrolio al giorno e che rappresentano per il Governo di Tripoli una vera e propria risorsa vitale sulla quale il Governo riconosciuto internazionalmente aveva fatto conto per far ripartire il Paese. I due porti sono in una delle zone più ricche di petrolio del Paese e fanno parte della cosiddetta “mezzaluna petrolifera” che rappresenta per la Libia la maggiore fonte di reddito.

Tensione di nuovo altissima tra Tripoli e Tobruk

La mossa a sorpresa del generale Haftar ha riportato la tensione tra il Governo di Tripoli e quello di Tobruk a livelli altissimi mettendo in secondo piano la guerra allo Stato Islamico. Il Premier libico, Fayez al-Sarraj, ha dato ordine alle truppe a lui fedeli di muoversi verso i due terminali petroliferi per riprenderne il controllo, mentre in un terzo terminale, quello di Zuwaytina, ci sarebbero forti scontri in corso. Un portavoce del Governo di Tripoli ha detto che la mossa del Generale Haftar mira a prendere il controllo delle risorse petrolifere libiche al fine di danneggiare il Paese e ha chiesto l’intervento internazionale per tutelare le risorse del Governo. Da Tobruk fanno invece sapere che la mossa del Generale Haftar è del tutto legittima e che mira a restituire ai libici le loro risorse.

L’inviato per la Libia delle Nazioni Unite, Martin Kobler, con un messaggio su Twitter si è detto “fortemente preoccupato” di questo nuovo innalzamento della tensione tra Tripoli e Tobruk e ha chiesto alle parti in causa di sedersi al tavolo delle trattative per il bene della Libia. L’esercito del generale Haftar è sostenuto da Egitto ed Emirati Arabi Uniti mentre quello che fa capo al Governo di Tripoli è sostenuto dagli Stati Uniti e dall’ONU.

Redazione