L’Iran progetta la costruzione di un isola artificiale nel Golfo Persico

by 1 Settembre 2019

L’agenzia di stampa iraniana Tasnim ha riferito che le IRCG (Guardie Rivoluzionarie o Pasdaran) sono coinvolte nel progetto e costruzione di un’isola artificiale di 500.000 metri quadrati nel Golfo Persico, che servirà per scopi ricreativi, come parchi per divertimenti, e per la creazione di una zona residenziale.

Incaricata della costruzione è la Khatam al-Anbia Construction Base, un insieme di società edili e imprenditoriali appartenente alle Guardie Rivoluzionarie. La nuova isola sorgerà vicino all’isola naturale di Kish e amplierà la zona franca, di cui quest’ultima fa parte.

Con una popolazione di circa 20.000 abitanti l’isola di Kish fa parte del Kish Free Zone Organization, una zona franca dotata di varie attrazioni turistiche come parchi per divertimenti, attrezzature per sport acquatici, tour dell’isola in bicicletta e acquedotti antichi.

Gli stranieri possono soggiornare per 14 giorni senza visto a prezzi vantaggiosi per gli standard occidentali (elevati per i cittadini iraniani) ma con alcune restrizioni, come l’immancabile e obbligatorio velo per le donne.

E’ stata indicata dal New York Times come una delle 10 migliori isole da visitare e fa concorrenza alle località degli Emirati Arabi. Questa idea è un’eredità dello scià Reza Pahlavi, attrazione che gli ayatollah si sono guardati bene da indicare come immorale o satanica visto che colma i vuoti nelle casse dello stato.

Il fatto che per l’isola artificiale siano coinvolti le Guardie della Rivoluzione fa capire ormai quanto siano radicati nella società iraniana i Pasdaran, anche in progetti non militari come l’edilizia, il settore energetico e di protezione civile contro le calamità naturali, con l’obbiettivo di evitare aiuti dall’estero e sigillare il paese.

Sicuramente bisognerà offrire all’isola punti di approdo come porti o piccoli aeroporti: l’ideale per nascondere arsenali e per equipaggiare elicotteri e piccole imbarcazioni per atti di pirateria, come quelli accaduti nei mesi scorsi contro le petroliere in transito in quel tratto di mare. Non per nulla sono stati classificati come organizzazione terroristica da Stati Uniti e Israele.

Quello delle isole artificiali è una questione che sta interessando anche la Cina nel Mar Cinese meridionale, un tratto di acque la cui sovranità però è contesa con altri paesi come il Vietnam. Ma, invece di costruire “zone ricreative”, i cinesi hanno deciso di installare solo basi aeronavali.

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