Il Mossad ha un nuovo capo. Si chiama Yossi Cohen e sembra avere le idee molto chiare in merito alle nuove sfide che aspettano Israele e più in generale il mondo occidentale. Ce lo svela un filmato andato in onda ieri su Channel 10 News che mostrava una conferenza tenuta proprio da Yossi Cohen presso la Yeshivat Or Etzion.
Durante quella conferenza, che risale al dicembre del 2014, Yossi Cohen parla delle minacce che Israele (ma anche tutto il mondo) si troverà ad affrontare nel prossimo futuro a partire dalla più pericolosa, cioè la minaccia nucleare iraniana.
Ma l’aspetto più interessante della lezione tenuta dal nuovo capo del Mossad riguarda quella che Yossi Cohen chiama “guerra asimmetrica”. Cohen afferma che Israele e il Mondo devono essere preparati a una guerra non convenzionale, cioè non combattuta con epici scontri tra eserciti, carri armati e aerei. «Che cosa è una guerra asimmetrica?» chiede Cohen agli studenti. «Noi ci immaginiamo una guerra come lo scontro tra eserciti dove l’impiego di Merkawa, di aerei, di missili accurati e di soldati dotati delle migliori armi sia la componente maggioritaria. Ma non ci sono eserciti da combattere. L’esercito siriano è quasi inesistente, Hezbollah non ha carri armati, la Giordania e l’Egitto hanno stretto con Israele trattati di pace. Cosa dobbiamo combattere se non i terroristi? Ma con i terroristi non si può combattere una guerra convenzionale».
L’aspetto sottolineato dal nuovo capo del Mossad è molto importante per capire la linea di condotta che Yossi Cohen intende dare alla intelligence israeliana. Oggi il Mossad non deve più concentrarsi sulla prevenzione o sulla preparazione di un guerra tradizionale ma deve affrontare un nemico più subdolo che si chiama terrorismo e delegittimazione di Israele. E né il terrorismo né le azioni di delegittimazione si affrontano con gli eserciti, gli aerei e i carri armati. Lo stesso discorso vale per il rischio rappresentato dal nucleare iraniano il quale non si può affrontare come se ci si preparasse a una guerra convenzionale (non più almeno) ma come se si dovesse affrontare un nemico simile al terrorismo. Quindi largo impiego di agenti sul terreno, azioni di sabotaggio, omicidi mirati, raccolta di informazioni per prevenire atti di terrorismo e attacchi a sorpresa. Lo stesso discorso che vale per ISIS, Hamas, Hezbollah e vari gruppi terroristici che non si possono affrontare come se fossero “eserciti nemici” ma necessitano di un approccio “asimmetrico”.
Nella sua visione della attuale situazione il nuovo capo del Mossad include involontariamente anche il resto del mondo. La guerra al ISIS, per esempio, non può essere combattuta come se fosse un guerra tradizionale ma va affrontata come una guerra asimmetrica. Non servono carri armati, aerei e missili da crociera di alta precisione per combattere e distruggere lo Stato Islamico, lo vediamo anche in questi giorni che i risultati sono miseri, piuttosto va affrontato con mezzi non convenzionali o, se vogliamo, asimmetrici.
Scritto da Gabor H. Friedman
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