Se veramente c’è il Mossad dietro all’omicidio di Mohammad Zawari avvenuto giovedì in Tunisia sarebbe il primo omicidio mirato ordinato dalla gestione di Yossi Cohen. Naturalmente non ci sono né conferme né smentite ma il quadro che esce sulla vita e sulle attività dell’ingegnere di Hamas lascia pensare che effettivamente il Mossad possa aver eliminato un importantissimo pericolo per Israele.
Da quello che si apprende dall’analisi delle attività di Mohammad Zawari emerge la figura di un uomo molto importante che da anni lavorava alla costruzione di nuovi sistemi d’arma per colpire Israele. Amico e collaboratore di Hassan Lakkis, capo dell’unità di sviluppo armi avanzate di Hezbollah ucciso (forse dal Mossad) nel 2013, stava attivamente lavorando a un progetto di velivoli senza pilota destinati ad un uso offensivo che avrebbero usato sia Hezbollah che Hamas e che proprio Hassan Lakkis aveva iniziato ad implementare. Tenuto sotto controllo dalle agenzie di intelligence israeliane sin dal suo primo trasferimento in Siria, da quando era tornato in Tunisia aveva tenuto contatti molto frequenti con elementi dei servizi segreti iraniani. Mohammad Zawari non era solo un ingegnere ma era soprattutto l’anello di congiunzione tra Hamas ed Hezbollah, tra il regime iraniano e i terroristi palestinesi che tengono in ostaggio la Striscia di Gaza. E’ questo che lo avrebbe messo nel mirino del Mossad più che lo studio di droni offensivi da fare entrare smontati nella Striscia di Gaza nascosti tra gli aiuti umanitari. Agli iraniani non mancano certo gli ingeneri per studiare armi offensive, ma il ruolo assunto da Mohammad Zawari andava ben oltre lo studio di armi e per questo la sua morte è un colpo durissimo al coordinamento tra Hamas ed Hezbollah.
Negli ultimi mesi dal suo comodo rifugio in Tunisia dov’era protetto dai servizi segreti di Tunisi (molto indicative a tal riguardo le dimissioni del capo dei servizi tunisini a seguito del suo omicidio) aveva messo in piedi un vero e proprio sistema di coordinamento tra Teheran, Beirut e Gaza che non riguardava solo l’implementazione di armi e lo studio per trasportarle all’interno della Striscia di Gaza, ma era diventato un vero e proprio snodo di smistamento di uomini, missioni, organizzazione e preparazione di attentati per colpire gli interessi israeliani in tutto il mondo. Mohammad Zawari era un pericolo reale per Israele a prescindere dal fatto che ad ucciderlo sia stato il Mossad o qualcun altro.
Quando Yossi Cohen prese la guida del Mossad disse che «il compito del Mossad è quello di sottrarre capacità operative ai nemici di Israele con qualsiasi mezzo» ventilando un netto cambiamento nel sistema di operare dei servizi segreti israeliani, un ritorno all’antico nel modo di agire e operare. Nessuno può sapere se effettivamente dietro all’omicidio di Mohammad Zawari ci sia il Mossad, ma di certo è morto uno dei più pericolosi nemici di Israele.
Scritto da Sarah G. Frankl