È una condanna del tutto assurda quella inflitta dal tribunale di Napoli al comandante della nave Asso 28 per aver salvato 101 migranti dalla morte e per averli poi consegnati alle autorità libiche.
La Asso 28 è un rimorchiatore di proprietà della compagnia Augusta, di supporto alle piattaforme petrolifere al largo della Libia.
Secondo quanto riportato da testimoni sul posto e poi trasmesso al Tribunale di Napoli la Asso 28 ha prestato soccorso in condizioni meteo estremamente avverse ad un barcone con a bordo 101 migranti arrivato in prossimità della piattaforma Sabratah, al largo della Libia.
Scrive l’ENI, intervenuta direttamente sulla vicenda dato che la Asso 28 era di supporto ad una sua piattaforma: «l’operazione di soccorso è stata gestita interamente dalla Guardia Costiera Libica che ha imposto al comandante dell’Asso 28 di riportare i migranti in Libia».
Ora, secondo il Tribunale di Napoli non è andata così e ha condannato il comandante della Asso 28, Giuseppe Sotgiu, a un anno di reclusione per aver consegnato i migranti alle autorità libiche basando a quanto sembra la condanna sul fatto che la Libia non sarebbe un porto sicuro.
Questa mattina Avvenire apre trionfalmente con la notizia che “affidare i migranti alla cosiddetta guardia costiera libica è reato” convinto che sia una buona notizia.
Peccato che la notizia non è affatto buona perché da oggi in poi non ci sarà un comandante di imbarcazione in tutto il Mediterraneo che quando vedrà una barca di migranti in difficoltà in zona SAR libica non penserà a quella condanna inflitta al comandante dell’Asso 28 e prima di intervenire ci penserà non una ma, ma mille volte.
Se questa è una buona notizia allora quelli di avvenire sono così accecati dall’ideologia da non capire nulla di quello che realmente comporta questa condanna.
Per altro il Tribunale di Napoli ha deciso autonomamente che la Libia non è un porto sicuro e anche se può aver ragione, non spetta al Tribunale di Napoli sostituirsi alla politica che invece la pensa in modo diverso e, per di più, addestra la guardia costiera libica e le fornisce le motovedette.
Ennesimo caso dove il potere giudiziario si sostituisce impropriamente a quello politico e non è una cosa buona come alcuni potrebbero pensare.
Quindi, a mio avviso c’è ben poco da gioire per la condanna inflitta al comandante dell’Asso 28 in quanto crea un precedente il quale farà in modo che ben poche imbarcazioni interverranno in soccorso dei migranti nella zona SAR libica. Aumenteranno solo i morti e non mi sembra proprio una buona notizia.
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