Siria: Assad ne ammazza 150 con il gas, ma per i pacivendoli il problema è Israele

8 Aprile 2018

Siria, regione di Ghouta – 150 morti e oltre mille feriti, sono questi i numeri dell’ennesimo attacco dell’esercito siriano con armi chimiche avvenuto ieri nella città di Douma, nella Ghouta orientale.

In un primo momento l’organizzazione umanitaria Syrian American Medical Society (SAMS) aveva parlato di 41 morti a seguito di un bombardamento siriano con armi chimiche, sembra di nuovo clorina. Ma poi secondo fonti mediche sentite da alcuni media occidentali il numero delle vittime sarebbe salito a 150 tra le quali moltissime donne e bambini.

 

I corpi senza vita di circa una dozzina di bambini, donne e uomini, alcuni dei quali con la schiuma alla bocca, sono stati mostrati in un video diffuso dagli attivisti siriani.

Damasco nega di aver usato armi chimiche nei bombardamenti della città di Douma, ma questa volta sembra davvero difficile negare l’evidenza.

Il Dipartimento di Stato USA in serata ha emesso un durissimo comunicato nel quale si afferma che gli Stati Uniti ritengono il regime di Assad responsabile dell’uso di armi chimiche sulla popolazione inerme. Nello stesso comunicato si afferma la corresponsabilità russa a causa del suo “incrollabile” sostegno al regime di Assad e si chiede alla Russia di interrompere il suo supporto al regime siriano.

I 150 morti siriani, tra i quali molti bambini e donne, e gli oltre mille feriti non sembrano però interessare né i pacivendoli, né la stampa schierata e neppure l’Unione Europea che ieri sera condannava la “violenza israeliana” negli scontri a Gaza ma non diceva una sola parola sull’attacco con armi chimiche in Siria.

Oltre mezzo milione di morti in Siria, milioni e milioni di sfollati, una regione fatta letteralmente a pezzi dalla violenza islamista e secondo certa stampa e l’Unione Europea il problema è Israele, il problema è protestare se lo Stato Ebraico difende i propri confini dagli attacchi di quella stessa furia islamista che ha fatto a pezzi il Medio Oriente. Quando metteranno fine a questa assurda ipocrisia sarà sempre troppo tardi.

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica

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