Eliad, Golan meridionale, Israele (Rights Reporter) – Il flusso di gente in fuga dalle aree di combattimento è praticamente ininterrotto da giorni. Decine di migliaia di uomini, donne e bambini siriani che si muovono verso le frontiere di Giordania e soprattutto di Israele in cerca di un luogo sicuro dove attendere la fine dei combattimenti scatenati dall’offensiva siriana (appoggiata dalle milizie sciite e da Hezbollah) nell’area di Daraa.
Ieri sera il Governo israeliano ha deciso di potenziare ulteriormente la sua presenza militare nell’area interessata dall’arrivo dei profughi. L’ordine di Gerusalemme è quello di non fare entrare nessuno in territorio israeliano ma di provvedere in ogni modo all’assistenza dei rifugiati. Già ieri, con una azione non priva di rischi, l’IDF aveva provveduto a distribuire un gran numero di generi di conforto ai profughi siriani ammassati lungo il confine con lo Stato Ebraico, operazione che si ripeterà anche oggi e nei giorni a venire, ma che avviene in territorio siriano e quindi non è priva di rischi. Alcune donne e bambini in condizioni critiche sono stati portati in Israele per essere curati.
Timore per possibili infiltrati di Hezbollah tra i profughi
L’intelligence israeliana ha informazioni attendibili in merito a possibili infiltrati di Hezbollah tra i profughi siriani i quali ben mimetizzati tra i disperati tenterebbero di entrare in Israele nel caso (remoto) che a Gerusalemme decidessero di allestire uno o più campi in territorio israeliano. Per questo il Ministero della Difesa israeliano ha deciso il potenziamento dell’apparato militare lungo tutta la parte meridionale delle Alture del Golan in modo da blindare il confine.
L’Onu chiede che i miliziani lascino la zona cuscinetto
Ieri il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto di nuovo che le milizie armate di qualsiasi schieramento lascino immediatamente la zona cuscinetto di competenza della UNDOF (United Nations Disengagement Observer Force) in modo da evitare una ulteriore escalation nella zona. Israele ha infatti più volte ammonito che non permetterà alle milizie sciite di avvicinarsi ai propri confini e la zona cuscinetto stabilita dall’Onu con la risoluzione 350 del 31 maggio 1974 (attualmente abbandonata dalle forze Onu) deve tornare ad essere una garanzia sia per Israele che per la Siria.