Sul nucleare iraniano ci hanno fregato. Obama, Mogherini e Ayatollah vari hanno creato il sistema perfetto per consentire all’Iran di dotarsi di armi nucleari senza l’assillo delle sanzioni internazionali e senza dare la possibilità a chi vi si oppone, in primis Israele, di potervisi legalmente opporre.
Ha ragione il Presidente iraniano, Hassan Rouhani, quando dice che le minacce proferite da Trump in merito alla possibilità che gli Stati Uniti rompano l’accordo sul nucleare iraniano non sono altro che «retorica e propaganda», ha ragione perché al di la delle buone intenzioni di Trump non c’è possibilità di tornare indietro nel tempo. L’accordo sul nucleare iraniano ha innescato una serie di affari e accordi internazionali per cui anche se gli USA decidessero unilateralmente di uscirne il resto del mondo non li seguirebbe. E siccome anche gli Stati Uniti hanno messo in piedi una bella sfilza di affari con gli Ayatollah, difficilmente Trump andrà oltre la retorica lasciando che a godere di quegli accordi siano altri. Spero sinceramente di essere smentito dal Presidente americano, ma dubito fortemente che il “commerciante” Trump decida di uscire tout court da quell’accordo mettendo in difficoltà le tante aziende americane (la Boing per citarne una) che hanno chiuso contratti milionari con Teheran.
E ha ragione anche la Mogherini quando afferma che «la comunità internazionale non può permettersi di smantellare l’intesa sul nucleare iraniano, che funziona e dà risultati». Infatti l’accordo sul nucleare iraniano funziona e da risultati soprattutto per l’Iran che sta arrivando al nucleare senza l’assillo delle sanzioni, ma anche per gli affari europei che dopo quell’accordo sono decollati. Funziona un po’ meno per chi, come Israele, vede nell’Iran una minaccia esistenziale, ma cosa vuoi che gliene importi alla Mogherini di Israele? Non ha fatto una piega quando negli ultimi giorni per ben due volte il capo dell’esercito iraniano ha minacciato di spazzare via lo Stato Ebraico entro i prossimi 25 anni (un chiaro riferimento alla possibilità che l’Iran si doti di armi nucleari), figuriamoci quindi se va a pensare di poter cambiare l’accordo sul nucleare iraniano con il rischio di vedere i contratti europei finire nella pattumiera. Che poi l’Iran sia il maggior pericolo anche per il resto del mondo per la nostra Mogherini è un dettaglio del tutto secondario di fronte ai miliardi di dollari in affari chiusi con Teheran e, soprattutto, di fronte all’odio che ha per Israele.
Ci hanno fregato, ci hanno fregato bene bene. E ora il problema non può essere risolto diplomaticamente o semplicemente uscendo da quell’accordo, checché ne dica Trump.
Il problema che però la comunità internazionale non sta valutando (o sta pericolosamente sottovalutando) è che Israele non può permettere a chi dice ogni giorno di volerlo distruggere di dotarsi di armi nucleari. A Gerusalemme non gliene frega giustamente niente a nessuno degli affari europei. Di fronte a una minaccia esistenziale come quella rappresentata dall’Iran ogni azione è giustificata, comprese le azioni più “estreme” come potrebbero essere quelle militari (immagino che ce ne sia più di una al vaglio degli israeliani).
Mogherini e compagnia bella farebbero bene a mettere sul conto che non possono semplicemente ignorare le minacce iraniane a Israele perché potrebbero ritrovarsi dall’oggi al domani con un conflitto di proporzioni immani. Quella tra Iran e Israele è la guerra più annunciata della storia moderna e far finta di nulla come stanno facendo le potenze internazionali e l’Unione Europea è semplicemente pazzesco, è come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. Non è un problema su cui possono semplicemente sorvolare sperando che non degeneri in guerra e continuando allegramente a fare affari con gli Ayatollah. Non possono nemmeno continuare a dire che “va tutto bene madama la marchesa” perché non va affatto bene. Le minacce iraniane a Israele sono terribilmente reali, come sono reali le intenzioni di Israele di impedire con ogni mezzo all’Iran con di dotarsi di armi nucleari (ammesso che non lo abbia già fatto). E’ una sottovalutazione pericolosissima.
E allora, anche se non credo che Trump possa (o voglia realmente) uscire dall’accordo sul nucleare iraniano, qualcosa per fermare la corsa di Teheran verso la bomba atomica va fatto prima che a Gerusalemme pensino di essere arrivati in prossimità del punto di non ritorno. Gli israeliani non permetteranno in nessun caso agli Ayatollah di superare quel punto. Se alla Mogherini questo non è chiaro o è perché è una incompetente, o è perché è in malafede. Per ora lei e Obama ci hanno fregato, hanno fatto un mega accordo commerciale sulla pelle degli israeliani e nemmeno le buone intenzioni di Trump possono cambiare questo dato di fatto. Ma aspettarsi che Israele accetti tutto questo e se ne stia buono ad aspettare i missili nucleari iraniani è semplicemente da folli.