L’Iran non è una minaccia solo per Israele ma è una minaccia globale, per questo l’accordo sul nucleare iraniano va rivisto o cancellato. E’ questo il succo del discorso pronunciato ieri dal Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Netanyahu non è andato tanto per il sottile, rivolto all’Iran ha detto che «coloro che ci minacciano di annientamento si mettono in pericolo mortale, Israele si difenderà con la piena forza delle nostre braccia e con il pieno potere delle nostre convinzioni». Ancora ieri il capo dell’esercito iraniano, il Generale Abdolrahim Mousavi, era tornato a minacciare pesantemente Israele dopo averlo fatto solo pochi giorni fa minacciando di radere al suolo Haifa e Tel Aviv se «Israele commette un errore» e aggiungendo che «la nozione che il regime sionista non ci sarà più tra 25 anni non significa che avrà un intervallo di tempo di 25 anni per sopravvivere. Israele dovrebbe rimanere in silenzio e contare i giorni che mancano alla sua morte perché anche il più piccolo errore porterà alla sua morte in modo fulmineo». Una minaccia che in Israele, a differenza dell’Europa, prendono molto seriamente tanto che ieri Netanyahu ha ribadito davanti all’Onu che Israele non permetterà in nessun caso all’Iran di posizionarsi in Siria promettendo che «Israele agirà per impedire all’Iran di produrre armi mortali in Siria o in Libano da usare contro di noi».

La luce di Israele non verrà mai spenta

Poi Netanyahu si è rivolto al popolo iraniano oppresso dalla feroce dittatura islamica degli Ayatollah. «Il popolo iraniano non è nostro nemico ma nostro amico» ha detto il Premier israeliano «un giorno cari amici iraniani sarete liberi dal malvagio regime che vi opprime e vi terrorizza, che impicca i gay, che incarcera i giornalisti, che tortura i prigionieri politici e spara sulle donne innocenti come Neda Soltan lasciando che soffochi nel proprio sangue sulle strade di Teheran. Non ho dimenticato Neda e sono certo che nemmeno voi amici iraniani l’avete dimenticata» ha detto Netanyahu con riferimento alla cosiddetta “rivoluzione verde” soffocata nel sangue dal regime iraniano e all’omicidio di Neda Soltan diventato un simbolo di quella sanguinaria repressione. «E quando finalmente arriverà il giorno della vostra liberazione i nostri popoli saranno di nuovo amici come lo erano una volta» ha concluso Netanyahu.