Russia e Iran stanno preparando il terreno per una aggressione a Israele, oppure stanno semplicemente sollevando un polverone facendo filtrare notizie “gonfiate” per cercare di intimidire Gerusalemme e spingere così gli israeliani a non intervenire in Siria?
A sentire i sempre più numerosi think tank filo-russi sarebbe buona la prima visto che da giorni rilanciano notizie sulla presunta consegna di tre sistemi avanzati di S-300 della serie PM-2, cioè più avanzati dei “normali” S-300, alla Siria, mentre ieri Fox News rilanciava la notizia che l’Iran sarebbe riuscita a consegnare ad Hezbollah dei sistemi GPS in grado di trasformare normali missili in missili di precisione. In realtà la verità, come sempre, sta nel mezzo.
Secondo l’intelligence israeliana è vero che la Russia ha consegnato altre tre batterie di S-300 alla Siria e che queste sono più avanzate di quella consegnata solo pochi giorni fa. Ma per i caccia israeliani cambia poco e niente. Nelle ultime esercitazioni i caccia israeliani hanno infatti collaudato positivamente un nuovo sistema implementato dalla azienda israeliana Rafael in grado di superare facilmente le difese degli S-400 russi, cioè del fiore all’occhiello della difesa antiaerea russa. Per cui nulla possono gli S-300, di qualsiasi sigla essi siano, contro i caccia israeliani.
Per di più, secondo un report dello scorso marzo, caccia israeliani F-35 avrebbero più volte sorvolato addirittura l’Iran senza essere minimamente rilevati dai sistemi S-300 in mano agli iraniani. Quindi il tam tam dei tamburi di guerra filo-russi visto negli ultimi giorni nel nutrito network di siti web legati a Mosca o di pseudo esperti di difesa è solo fumo negli occhi.
Ben più grave sarebbe, se confermata, la notizia che l’Iran è riuscita a consegnare sistemi GPS da applicare agli obsoleti e poco precisi missili in mano agli Hezbollah libanesi. Tali sistemi renderebbero i missili dei terroristi libanesi molto più precisi, per cui gli Hezbollah non avrebbero bisogno di acquistare nuovi missili, missione assai ardua, ma gli basterebbe fare un upgrade a quelli che hanno già.
Intelligence israeliana molto più preoccupata dei missili di Hezbollah che degli S-300 in Siria
A preoccupare l’intelligence israeliana è il possibile upgrade dei missili di Hezbollah piuttosto che le batterie di S-300 in Siria che, per di più, sembrerebbero essere gestite da personale iraniano e non russo. Non è una distinzione da poco perché se erano i russi a gestire le batterie di missili sarebbe stato impossibile per gli israeliani attaccarle e distruggerle senza provocare un grave incidente con Mosca, ma se a gestirle (come sembra) saranno gli iraniani la prima volta che un loro radar inquadrerà un caccia israeliano verrà identificato e distrutto con buona pace dei think tank filo-russi che ne tessono le lodi.
I missili di Hezbollah invece sono una minaccia ben più grave, in primis per il loro numero (tra 150.000 e 200.000, i numeri precisi non si hanno), e poi perché hanno una funzione prettamente offensiva a differenza degli S-300. Possono essere quindi una minaccia seria per la popolazione civile israeliana. Per di più è stato accertato che le fabbriche dove questo upgrade viene applicato sono in in mezzo alle abitazioni civili libanesi o vicino a strutture civili, per cui è difficile colpirli senza provocare “danni collaterali”.
Preparativi per una aggressione a Israele
Tutto questo fa pensare che siano in corso importanti preparativi per una aggressione a Israele, intenzione per altro mai negata dagli Ayatollah iraniani. I russi forniscono l’ombrello difensivo ai traffici di sistemi d’arma iraniani in Siria sperando che gli S-300 scoraggino eventuali raid israeliani, mentre Hezbollah con l’aiuto dei tecnici iraniani rende più pericolosi e offensivi i missili in suo possesso. Si spiega così anche la prudenza di Netanyahu con Hamas. Aprire un fronte a sud quando a nord la minaccia iraniana si fa sempre più concreta e grave non sarebbe proprio una bella idea.