Parliamoci chiaro, se basta mezzo Donald Trump per far fare al Presidente americano, Joe Biden, la figura del decrepito allora il mondo è messo davvero male.
Perché se stanno così le cose, Donald Trump ha già vinto. La campagna elettorale per le presidenziali si può chiudere qui. A Mosca stappano già lo champagne o quello che si beve in Russia per le grandi occasioni.
Thomas L. Friedman, cioè una delle firme di punta del New York Times e noto democratico oggi chiede, quasi supplica il presidente Biden di ritirarsi subito dalla competizione. Subito perché al voto mancano quattro mesi.
Scrive Friedman:
“La famiglia Biden e la squadra politica devono riunirsi rapidamente e avere la più difficile delle conversazioni con il Presidente, una conversazione di amore, chiarezza e determinazione. Per dare all’America la più grande possibilità possibile di scongiurare la minaccia di Trump a novembre, il Presidente deve farsi avanti e dichiarare che non si candiderà per la rielezione e che rilascerà tutti i suoi delegati per la Convenzione nazionale democratica”.
Scrive ancora che:
“i Democratici mettano al primo posto gli interessi del Paese e annuncino che inizierà un processo pubblico per i diversi candidati democratici che competono per la nomination – municipi, dibattiti, incontri con i donatori, e così via. Certo, potrebbe essere caotico e disordinato quando la convention democratica inizierà il 19 agosto a Chicago, ma credo che la minaccia di Trump sia sufficientemente grave da permettere ai delegati di riunirsi rapidamente e nominare un candidato di consenso”.
Friedman non sembra dare molto credito alla vice-Presidente Kamala Harris, cerca piuttosto “un candidato presidente democratico che possa unire non solo il partito ma il Paese”. I maligni sostengono che sia un appello per la discesa in campo di Michelle Obama. Probabilmente è vero.
Secondo il Wall Street Journal il panico serpeggia tra i leader democratici e tra i donatori, molti dei quali sembrano voler fare marcia indietro se il candidato Presidente democratico dovesse rimanere Joe Biden.
“Joe Biden aveva una cosa da fare stasera e non l’ha fatta“, ha detto l’ex senatrice Claire McCaskill su MSNBC. “Aveva una cosa da realizzare, ed era rassicurare l’America che alla sua età era all’altezza del compito. E in questo ha fallito”.
I sondaggi hanno costantemente rilevato che gli elettori ritengono che sia Biden che Trump siano troppo vecchi per ricoprire la carica di presidente, ma che un numero maggiore ritiene che Biden non sia all’altezza del compito. Quasi tre quarti degli elettori hanno dichiarato in un sondaggio del Wall Street Journal di febbraio che Biden è troppo vecchio per candidarsi alla presidenza, e più della metà ha detto lo stesso di Trump.
Ora, cosa succederebbe se Joe Biden si ritirasse? Quattro mesi sono pochi ma non pochissimi. La discesa in campo di un personaggio come Michelle Obama potrebbe cambiare le sorti di queste presidenziali? Probabilmente si.
Intendiamoci, da filo-israeliano la cosa non mi entusiasma. La politica di Barack Obama in Medio Oriente è stata a mio avviso più che fallimentare. Ci ha regalato il JCPOA, l’accordo sul nucleare iraniano dal quale proprio Donald Trump si è ritirato facendolo di fatto decadere. E se vogliamo dirla tutta, la politica di Trump in Medio Oriente è stata entusiasmante, ma c’era un certo Jared Kushner – che oggi non c’è – a consigliare Trump e a tessere gli Accordi di Abramo.
Quindi se dovessi scegliere tra la moglie di Obama e l’amico di Putin sceglierei senza alcun dubbio la moglie di Obama, anche a costo di tribolare in Medio Oriente. Cosa che oltretutto, ne sono sicuro, avverrebbe anche con un Trump orfano di Kushner.
Perché oggi uno dei due maggiori pericoli per il mondo libero è la Russia. L’altro è la Cina. E se verso la Cina Donald Trump sembra alquanto combattivo, ma non so fino a che punto, specie se Pechino dovesse invadere Taiwan, verso la Russia l’ex Presidente americano sembra molto più accondiscendente per non dire complice.
Sapere che il capo del mondo libero si telefona con Putin e con lui si accorda su come dividere l’Ucraina o su come smantellare la NATO francamente non mi sembra una bella prospettiva. Allora meglio la moglie di Obama.