Alla fine sembra che finalmente Obama sia riuscito nell’intento di consentire all’Iran di costruirsi la propria bomba nucleare, almeno da quello che si apprende dalle prime indiscrezioni sul presunto raggiungimento di un accordo tra USA e Iran (anche se in teoria sarebbe tra i 5+1 e Teheran) sul nucleare iraniano.

Gli iraniani manterranno la maggior parte delle centrifughe ma soprattutto manterranno intatta la capacità di sviluppo e ricerca. L’unica limitazione sarà quella che un team di esperti (non si sa bene se della AIEA o di singoli Stati) controllerà la produzione di uranio arricchito affinché non si ecceda nell’arricchimento e nella quantità prodotta. La produzione in eccesso verrà inviata in Russia per la conversione in barre combustibili. Nessun accenno né al reattore di Arak né ai centri di ricerca come quello di Parchin dove è praticamente certo che gli iraniani stanno testando detonatori nucleari. E poi nell’ipotetico accordo che sembra emergere c’è quel “mantenimento della capacità di ricerca e sviluppo” che preoccupa Israele e i Paesi del Golfo perché significa che gli iraniani potranno andare avanti con la costruzione di centrifughe sempre più veloci e continuare a implementare la loro ricerca in campo balistico con la costruzione di missili di gittata sempre più lunga. In cambio di questi accordi gli Stati Uniti si impegnano a rimuovere tutte le sanzioni contro l’Iran.

Ora, il punto è che Obama vuol far passare tutto questo come un buon accordo che garantisce al mondo che il programma nucleare iraniano sia solo a fini civili e non militari, una menzogna detta sapendo di mentire. Addirittura gli iraniani fanno la scena facendo intendere che vorrebbero di più quando sanno benissimo che nella sostanza un accordo del genere non limita per nulla la loro capacità di raggiungere l’obbiettivo di dotarsi di armi nucleari. Ieri il Grande Ayatollah, Ali Khamenei, ha addirittura tuonato «meglio nessuno accordo piuttosto che un cattivo accordo». Ma agli iraniani un accordo del genere va benissimo, mantengono inalterata la loro capacità di raggiungere l’obbiettivo delle armi atomiche e nel contempo si vedono togliere tutte le sanzioni. Una manna dal cielo chiamata Barack Obama.

Questa mattina Alex Fishman con un editoriale su Yedioth Ahronoth sostiene che il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, invece che a pensare di andare a parlare contro le suicide politiche di Obama al Congresso Americano farebbe bene a farlo molto prima, per esempio facendo il giro nelle capitali degli scontenti, come Gran Bretagna, Francia e Paesi del Golfo. Non sarebbe male convincere i leader di questi Paesi che un accordo del genere è un vero suicido perché praticamente consegna a Teheran la capacità di dotarsi di armi nucleari in qualsiasi momento. Chissà che gente come Hollande e Cameron non possano convincere Obama a fare un passo indietro.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Adrian Niscemi

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