A 10 anni dalla guerra in Libano tra Israele ed Hezbollah è sempre più evidente il totale fallimento ONU con la missione UNIFIL che doveva impedire il riarmo delle milizie sciite al soldo di Teheran. Oggi Hezbollah non si nasconde nemmeno più e ammette tranquillamente di avere almeno 100.000 missili puntati su Israele.
Il fallimento ONU della missione UNIFIL è stato certificato ieri a New York dall’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Dannon, il quale durante una seduta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha presentato le prove che tutto il sud del Libano è stato trasformato da Hezbollah in un enorme roccaforte stracolma di armi. Danny Dannon ha mostrato al Consiglio di Sicurezza diverso materiale fornito dalla intelligence israeliana nel quale si vede come Hezbollah usi scuole, moschee agglomerati civili come depositi di armi e centrali operative, il tutto senza alcun rispetto per i civili.
«Hezbollah ha una riserva di missili paragonabile a quella che ha la NATO» ha detto Danny Dannon al Consiglio di Sicurezza dell’ONU «e questo nonostante la risoluzione 1701 doveva impedire il riarmo del gruppo terrorista». L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite ha rimarcato come fallimento della missione UNIFIL nell’impedire il riarmo di Hezbollah sia sotto gli occhi di tutti e come oggi Hezbollah sia la più grande minaccia alla pace regionale.
Secondo i dati della intelligence israeliana, alla fine della guerra 10 anni fa Hezbollah aveva solo 7.000 missili nei suoi arsenali, oggi ne ha approssimativamente circa 120.000 e questo riarmo è avvenuto sotto gli occhi di UNIFIL che invece lo doveva impedire.

L’ambasciatore Danny Dannon ha mostrato le foto del villaggio libanese di Chakra, nel sud del Libano, il quale è stato letteralmente trasformato in una roccaforte armata mentre questo non sarebbe possibile in base alla risoluzione 1701. Ma le truppe UNIFIL non lo hanno impedito sebbene siano in pianta stabile proprio nei villaggi del sud del Libano. «Hezbollah non è stato fermato» ha detto Dannon «hanno stabilito i loro centri di comando, i loro punti di fuoco e i loro arsenali nelle scuole, nelle moschee e in mezzo alle case con aperto disprezzo per la sicurezza dei civili. Questo doveva essere impedito da UNIFIL ma non è stato fatto». L’accusa dell’ambasciatore israeliano è pesantissima e corroborata da prove, anche se non c’era bisogno di ulteriori prove dato che è lo stesso Hezbollah ad ammettere di aver eluso la risoluzione 1701.
«Hezbollah sta mettendo in pericolo la popolazione civile del sud del Libano e sta preparando una aggressione nei confronti di Israele» ha concluso il diplomatico israeliano «ed è compito del Consiglio di Sicurezza impedire che tutto ciò avvenga».
Le accuse di Israele nei confronti di UNIFIL sono severe e dettagliate ma non sembrano smuovere l’apatia delle Nazioni Unite le quali appaiono “rassegnate” e impotenti di fronte al riarmo di Hezbollah e alla prepotenza delle milizie sciite al soldo dell’Iran.
Quello della missione UNIFIL è senza ombra di dubbio uno dei fallimenti più clamorosi della lunga storia delle missioni di pace ONU. Nata come una missione che doveva impedire una nuova guerra UNIFIL è diventato lo scudo umano degli Hezbollah, uno scudo che invece di impedirne il riarmo lo ha facilitato. Questa è la incontestabile realtà di fronte agli occhi di tutti. Una farsa che potrebbe costare la vita a migliaia di persone.
Scritto da Adrian Niscemi