L’inviato speciale del Segretario generale per lo Yemen, Hans Grundberg, sabato ha esortato alla massima moderazione tutte le parti coinvolte nello Yemen e ha messo in guardia da una situazione sempre più incerta nella regione.
L’inviato “prende atto con seria preoccupazione del contesto regionale sempre più precario e del suo impatto negativo sugli sforzi di pace nello Yemen e sulla stabilità e sicurezza della regione”, ha dichiarato in un comunicato.
Ha ribadito l’invito del Segretario generale a tutte le parti coinvolte ad evitare azioni che possano peggiorare la situazione nello Yemen, aggravare la minaccia alle rotte commerciali marittime o alimentare ulteriormente le tensioni regionali in questo momento critico.
Ha sottolineato la necessità di proteggere i civili yemeniti e di salvaguardare i progressi degli sforzi di pace dalla tregua dell’aprile 2022.
Ciò include i recenti impegni assunti dalle parti nel dicembre 2023 e le discussioni in corso su una roadmap delle Nazioni Unite che renderebbe operativo un cessate il fuoco a livello nazionale, riprenderebbe un processo politico inclusivo sotto l’egida delle Nazioni Unite e affronterebbe le priorità chiave a beneficio del popolo yemenita.
Ha esortato “tutte le parti coinvolte a esercitare la massima moderazione e a dare priorità ai canali diplomatici rispetto alle opzioni militari”, chiedendo una de-escalation.
Nessun accenno al fatto che a provocare l’escalation siano stati i ribelli Houthi, armati e finanziati dall’Iran. Nessuna parola diretta a Teheran che rimane il maggior responsabile della terribile situazione regionale. Solo adesso l’ONU si ricorda dello Yemen e come al solito, seppur non apertamente, si schiera con gli aggressori.
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