L’annuncio che l’ambasciata USA in Israele sarà trasferita a Gerusalemme il prossimo mese di maggio ha scatenato un vero putiferio tra le fila della Fratellanza Musulmana.
Il Ministero degli esteri turco ha attaccato duramente l’annuncio americano definendo il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme «una decisione molto preoccupante che danneggia la pace».
Ed è proprio la Turchia, ormai patria ufficiale della Fratellanza Musulmana, a tirare la volata a tutti gli altri affiliati alla setta islamica. A Gaza un funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha affermato che «trasferire l’ambasciata americana a Gerusalemme è una dichiarazione di guerra contro la nazione araba e musulmana. L’amministrazione statunitense deve riconsiderare la sua decisione».
Nabil Abu Rdainah, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha dichiarato che «questo è un passo inaccettabile, qualsiasi mossa unilaterale non darà legittimità a nessuno e sarà un ostacolo a qualsiasi tentativo di creare pace nella regione».
Saeb Erekat, principale negoziatore palestinese e Segretario Generale della OLP, ha detto che «con questa scelta gli Stati Uniti hanno dimostrato estrema decisione nel violare le leggi internazionali e nel distruggere la soluzione dei due Stati».
Intanto Erdogan, che questa mattina era in visita nella città turca di Kahramanmaras, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito all’annuncio americano preferendo concentrarsi sulla difesa delle motivazioni della aggressione ad Afrin, tuttavia voci a lui molto vicine sostengono che al più presto la Turchia prenderà una iniziativa molto simile a quella presa lo scorso anno quando convocò una riunione speciale della Cooperazione Islamica in occasione del riconoscimento americano di Gerusalemme quale capitale di Israele.