Parlare di antisemitismo a due giorni dal giorno della memoria può sembrare una cosa scontata. E lo sarebbe se si parlasse di un orrendo sentimento di odio di un tempo passato, lo sarebbe se appunto lo si facesse per non perdere memoria di quello che fu l’olocausto. Invece siamo a farlo per parlare di un antisemitismo moderno anche se nei tratti ricorda molto da vicino quello che portò alla Shoah.
Ieri la Procura di Napoli ha arrestato diversi esponenti di estrema destra contestando ai neo-fascisti diversi reati tra i quali, il più agghiacciante, è l’odio razziale che nel caso specifico era rivolto contro gli ebrei. Antisemitismo, ecco la parola che torna ricorrente nei fatti di cronaca. Antisemitismo, un termine che dopo la caduta dei nazisti pensavamo di poter dimenticare per sempre relegandolo alla sola giornata della memoria. Invece siamo qua a lanciare continui allarmi contro l’espandersi dell’antisemitismo, allarmi che purtroppo sempre più spesso trovano conferma nella cronaca.
I fascisti di Napoli volevano violentare una ragazza perché era ebrea, volevano bruciare un negozio perché di proprietà di un ebreo e chissà quante altre ne avrebbero volute fare. E’ andata bene e sono stati fermati. Ma quante ce ne sono in giro di persone antisemite come gli arrestati di Napoli? Quanti sono gli episodi di antisemitismo che avvengono ogni giorno e che non finiscono nelle pagine di cronaca? Diverse indagini e rapporti ci dicono che sono migliaia i casi di antisemitismo in tutta Europa. Sono mesi che lanciamo l’allarme ma se ne parla solo quando accadono casi estremi come quello accaduto in Francia quando un islamico (Mohamed Merah) sparò a sangue freddo sui bambini di una scuola ebraica (successe a Tolosa), oppure quando siti nazisti pubblicano vere e proprie liste di proscrizione. Ma i casi eclatanti, quelli da prima pagina, avvengono a seguito di tanti casi minori, sono il frutto di un odio che non è più nemmeno strisciante ma è sempre più palese e, purtroppo, molto spesso impunito.
E se qualcuno pensasse che l’antisemitismo sia solo una questione di destra, una questione esclusivamente fascista, si sbaglia di grosso. L’antisemitismo più insidioso si nasconde a sinistra, ben mimetizzato nell’antisionismo. E’ un antisemitismo subdolo perché nasconde l’odio razziale dietro a presunte ragioni politiche e persino “umanitarie e pacifiste”. E’ meno sfacciato di quello fascista, meno diretto, ma è quello che fa più proseliti proprio perché accampa ragioni politiche. Non attacca una razza, attacca un popolo e uno Stato, Israele, cercando di far passare l’idea che “loro non sono antisemiti ma sono antisionisti” . E c’è anche chi ci crede a questa fandonia. Buona parte degli attacchi antisemiti avvenuti in Europa e nel mondo negli ultimi dodici mesi sono riconducibili a gruppi di estrema sinistra, filo-arabi, che giustificano le loro azioni antisemite come “atti di antisionismo”. Se oggi in alcuni Paesi (persino europei) è rischioso girare con la Stella di David al collo lo dobbiamo per buona parte a movimenti sinistri e filo-arabi.
Certo, non possiamo chiudere gli occhi di fronte al marcato e palese odio razziale che viene dalla estrema destra, ma faremmo un errore enorme a sottovalutare l’antisemitismo che arriva dalla sinistra.
La Procura di Napoli ha aperto il Vaso di Pandora dell’antisemitismo, ma adesso occorre guardare bene dentro quel vaso e non richiuderlo pensando di risolvere così il problema. Adesso occorre che gli Stati Europei dispongano norme molto più severe sull’antisemitismo e che la smettano di non considerare l’antisionismo alla stregua dell’odio razziale. Lo disse anche uno come Martin Luther King che mi permetto di citare: «L’antisemita gode di ogni opportunità che gli consente di ESPRIMERE IL SUO PREGIUDIZIO. Al giorno d’oggi però, in Occidente, PROCLAMARE CHE SI ODIANO GLI EBREI E’ DIVENTATO MOLTO IMPOPOLARE. Di conseguenza, L’ANTISEMITA DEVE COSTANTEMENTE INVENTARE NUOVE FORME E NUOVE SEDI PER IL SUO VELENO. Deve camuffarsi. E allora non dice più di odiare gli Ebrei, ma solo di “essere anti-Sionista”».
Tra due giorni è la Giornata della Memoria, una data proclamata apposta per non dimenticare a cosa ha portato l’odio razziale. Ma come si può dimenticare qualcosa che riemerge dal passato con sempre più virulenza? Come si può dimenticare la Shoah quando un nuovo stermino ebraico viene quotidianamente auspicato da interi Stati e da frotte di pacivendoli ben nascosti dietro all’antisionismo? Non si può e non si deve, ma non si può nemmeno rimanere inerti aspettando il prossimo Hitler o, molto più in piccolo, il prossimo Mohamed Merah.
Noemi Cabitza