E’ previsto per il prossimo 25 settembre il referendum per l’indipendenza del Kurdistan iracheno e più si avvicina la data più aumentano le voci contrarie. L’ultima arriva da uno dei più importanti Ayatollah iraniani, Ahmad Khatami, presidente provvisorio delle preghiere del venerdì a Teheran.

«Il referendum per l’indipendenza della regione del Kurdistan è un vecchio sogno amato dall’arroganza americana e israeliana» ha detto Khatami di fronte ai fedeli iraniani riuniti ieri per la preghiera del venerdì. «Essi vogliono creare un nuovo Israele nella regione» ha poi ammonito l’Ayatollah. «Tuttavia essi (Stati Uniti e Israele n.d.r.) non vedranno mai il coronamento di questo sogno. La Repubblica Islamica (l’Iran n.d.r.) non lo permetterà».

L’importante Ayatollah iraniano ha poi espresso la speranza che le autorità del Kurdistan «rinuncino alle trame israeliane» e che quindi “rinsaviscano” da questo strano sogno che è l’indipendenza del Kurdistan.

Durante la riunione di Astana, organizzata per decidere il futuro della Siria, sia l’Iran che la Turchia hanno apertamente criticato il referendum per l’indipendenza del Kurdistan arrivando a minacciare “gravi conseguenze” se i curdi decidessero per l’indipendenza. Stesse minacce sono arrivate dall’Iraq. Ma questo non sembra fermare la ferma volontà del popolo curdo di arrivare alla tanto agognata indipendenza, una volontà fermamente e convintamente sostenuta da Israele.

E dev’essere proprio il sostegno israeliano ad aver indispettito gli Ayatollah iraniani se si sono spinti a dedicare un sermone del venerdì alla indipendenza del Kurdistan.

Quello che risulta strano è constatare come gli iraniani chiedano a gran voce l’istituzione di uno Stato palestinese, cioè uno Stato per un popolo mai esistito e inventato dal nulla, mentre si oppongono all’istituzione di uno Stato del Kurdistan, cioè alla creazione dello Stato di un popolo millenario che nel corso dei secoli ha visto il proprio territorio diviso tra Iran, Turchia, Siria e Iraq. Questa è una cosa davvero curiosa.