Ho letto e sto leggendo di prossimi e imminenti cataclismi politici in Medio Oriente e in Israele dopo la vittoria di Joe Biden.

I timori non sono del tutto infondati, Biden ha alle spalle un nutrito stuolo di antisemiti che premono per tagliare gli aiuti militari a Israele e per ristabilire gli aiuti economici ai palestinesi che Trump aveva invece tagliato.

Poi c’è l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) dal quale Trump si era ritirato e che, a quanto pare, Biden vorrebbe riattivare.

C’è anche chi dice che Biden ritrasferirà l’ambasciata americana a Tel Aviv, notizia già smentita dallo stesso neo-Presidente.

Dunque, qui occorre andare con i guanti bianchi. Il Medio Oriente è già un casino di suo, se cominciamo a sparare ipotesi a vanvera si finisce per non capirci nulla.

Partiamo dagli aiuti militari a Israele, il pacchetto più grande mai visto, voluto da Obama come “risarcimento” a Israele per l’accordo sul nucleare iraniano. Biden fu tra coloro che spinse più di tutti per il mega-pacchetto quasi in chiusura di mandato, tanto che fu Trump a iniziare “le consegne”. Alcuni attribuirono erroneamente proprio a Trump il merito di cotanto ben di Dio quando invece era farina del sacco di Obama e Biden mentre Trump faceva solo da fattorino.

Ora, potrà Biden dare retta a gente come Bernie Sanders che vorrebbe il taglio di quegli aiuti dopo che proprio lui ci ha così tanto lavorato?

Molto diverso è invece il discorso sull’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA). Biden era contrarissimo al ritiro degli USA da quell’accordo (pessimo) e non è affatto escluso che provi in qualche modo a riattivarlo. Il problema (o la fortuna) è che potrebbe essere troppo tardi.

Gli iraniani, nonostante le sanzioni di Trump, sono andati molto avanti sia con il programma nucleare che con quello balistico, hanno riattivato reattori nucleari e secondo qualificate fonti di intelligence entro pochi mesi avranno abbastanza uranio altamente arricchito per costruire almeno una bomba atomica.

Per riattivare il JCPOA dovrebbero quindi fare degli importanti passi indietro (documentati e ben controllati) e la vedo davvero dura che ciò avvenga.

Il problema allora diventa un altro. Cosa farà Biden quando gli iraniani cercheranno immancabilmente di raggirarlo? Starà calmo come ha fatto Trump in ben due occasioni, oppure sgancerà qualche “bomba democratica” dalle parti di Teheran? Staremo a vedere.

Poi c’è un’altra voce che circola nel mondo della informazione mediorientale, quella che Biden riattiverebbe gli aiuti americani ai palestinesi. Ci sono diverse dichiarazioni che vanno in tal senso anche se in nessun caso si fa menzione su quali aiuti verrebbero riattivati, se cioè quelli diretti alla ANP (che poi vanno in parte al sostegno dei terroristi e delle loro famiglie), oppure quelli indirizzati alla UNRWA.

Anche su questo fronte andrei molto cauto. Gli aiuti americani ai palestinesi erano molto legati ai rapporti tra gli USA e i paesi arabi. Oggi l’atteggiamento arabo verso i palestinesi è notevolmente cambiato grazie alle politiche della Amministrazione Trump. Quindi non sarei molto sicuro che Biden riattivi gli aiuti (almeno quelli diretti) senza una seria contropartita da parte palestinese.

Naturalmente siamo ampiamente nel campo delle ipotesi e dei ragionamenti senza avere seri punti di appoggio. Si cerca però di smorzare le tante (troppe) voci senza fondamento.