Cresce di nuovo la tensione tra Israele e Hamas dopo che ieri il gruppo terrorista ha lanciato due missili contro il sud del paese e ha continuato ininterrottamente a lanciare palloni esplosivi contro le comunità israeliane di confine.
Questa notte in risposta agli attacchi l’aviazione israeliana ha colpito diversi obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza, tra i quali una non ben specificata “postazione militare”.
«Aerei da combattimento ed elicotteri hanno preso di mira posizioni dell’organizzazione terroristica Hamas nella Striscia di Gaza, tra cui un posto militare» ha detto questa mattina un portavoce dell’IDF.
Israele ha fatto sapere anche che a seguito dei ripetuti lanci di missili e palloni esplosivi il COGAT (Coordinator of Government Activities in the Territories) ha deciso di ritirare l’allentamento di alcune restrizioni che era stato concesso nei giorni scorsi a seguito dell’impegno da parte di Hamas di fermare gli attacchi.
Bloccati quindi l’ampliamento della zona di pesca, la consegna di cemento e almeno 500 permessi commerciali che avrebbero permesso ai contadini e alle aziende della Striscia di Gaza di esportare la loro merce.
I fatti di ieri confermano le perplessità sulla effettiva possibilità o volontà da parte di Hamas di fermare le tensioni di confine e questo nonostante le concessioni fatte da Israele.
Intanto nel silenzio più assoluto da parte dei media, l’Egitto ha accelerato la costruzione di un muro di confine con la Striscia di Gaza, muro che una volta ultimato chiuderà qualsiasi possibilità di accesso all’enclave palestinese che non passi dal valico di Rafah. Se un muro del genere l’avesse costruito Israele sarebbe venuto giù il mondo.
Il nuovo aumento della tensione tra Israele e Hamas arriva a pochi giorni dalla dichiarazione del Ministro della difesa israeliano, Naftali Bennett, secondo la quale in caso di escalation anche i capi di Hamas sarebbero diventati obiettivi legittimi da colpire.