Quello di ieri è il terzo attentato islamico avvenuto in Israele in pochi giorni, anche se la matrice questa volta sembra essere diversa.
I primi due sono stati rivendicati in maniera attendibile dallo Stato Islamico, questo sembra invece legato al terrorismo palestinese.
Hamas e Jihad Islamica palestinese ne hanno fatto subito vanto e ieri sera nel villaggio natale del terrorista, a Ya’bad vicino a Jenin, in dozzine sono scesi in strada per festeggiare distribuendo anche dolcetti.
Il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha condannato l’attentato che ha provocato cinque morti e diversi feriti.
È rarissimo che ciò accada ed è già qualcosa, tuttavia il Presidente della Autorità Palestinese non ha spiegato se anche questo terrorista (i suoi famigliari) potranno godere del lauto compenso che tocca sotto forma di vitalizio alle famiglie dei terroristi uccisi mentre compiono attentati contro cittadini israeliani, quello che Abu Mazen considera una forma di walfare.
È importantissimo saperlo subito perché se anche in questo caso il governo palestinese provvederà a ricompensare il terrorista allora le parole di Abu Mazen non valgono nulla e sono parole false.
E siccome il partito arabo Ra’am è nel governo di Israele, sarà necessario che siano proprio gli arabi a controllare che questo non avvenga. Perché è facile fare dichiarazioni di forma per far calmare le acque, per poi cancellare tutto sottobanco e garantire il premio alla famiglia del terrorista.
Abu Mazen lo deve dire con chiarezza e subito che nessun attacco terroristico contro cittadini israeliani verrà premiato dalla Autorità Palestinese. Meno che meno quello di ieri.
E siccome i vitalizi dei terroristi vengono pagati con il denaro che l’Unione Europea invia all’Autorità Palestinese, questa volta anche la UE ha il dovere di vigilare perché questa pratica è una vera e propria taglia sui cittadini israeliani che l’Unione Europea deve smettere di finanziare.