Oggi è il giorno delle elezioni in Iran. Si vota per rinnovare il Parlamento e l’Assemblea degli Esperti, quest’ultima particolarmente importante perché elegge la Guida Suprema, il Grande Ayatollah che ha praticamente poteri immensi sulla politica iraniana. Secondo molti esperti di politica internazionale lo scontro sarebbe tra il cosiddetto fronte moderato dei riformisti e quello dei conservatori.
Come al solito i veri riformisti sono stati tagliati fuori dal Consiglio dei Guardiani così come la maggioranza di candidati donna. Quello che resta è uno scontro tra duri e puri dell’Islam integralista e i possibilisti ad una apertura verso l’occidente, una apertura più commerciale che altro. E’ falsa quindi l’idea che in Iran ci sia una fazione di riformisti che se vincesse le elezioni oggi potrebbe portare il Paese verso posizioni più democratiche e occidentali. In realtà è uno scontro di poteri tra gli integralisti totali ben rappresentati dal Grande Ayatollah Ali Khamenei e gli integralisti possibilisti rappresentati dal Presidente Hassan Rouhani. Ma tutti integralisti sono.
Se qualcuno quindi si aspetta o spera in una vittoria del cosiddetto fronte riformista per vedere un cambiamento in Iran si può mettere il cuore in pace. Nella migliore delle ipotesi se vincessero i cosiddetti riformisti ci saranno maggiori possibilità di fare affari con l’Iran ma nulla, veramente nulla, lascia pensare che qualcosa in Iran possa cambiare in termini di Diritti o di relazioni con l’occidente.
Lo hanno capito molto bene gli iraniani che, secondo i sondaggi, non andranno a votare perché lo ritengono inutile. Stando a quanto riferisce un sondaggio condotto da IRIB sarebbero il 40% gli iraniani che si asterranno dal voto.
La realtà dei fatti è che lo scontro tra riformisti e conservatori in Iran è solo una favoletta a uso e consumo delle fantasie occidentali e di quei media che vogliono vedere a tutti i costi un fronte riformista in Iran, un fronte che in effetti esiste ma che non partecipa alle elezioni costretto com’è a vivere in clandestinità.
Non ci aspettiamo quindi nulla di nuovo dalle elezioni in Iran, a prescindere da chi le vincerà. L’Iran è destinato ancora per molto tempo a rimanere la minaccia più grande per il Medio Oriente e quindi anche per l’occidente, una minaccia che dopo gli accordi sul nucleare iraniano si è ulteriormente rafforzata.
Scritto da Shihab B.